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    Donald Trump blocca i fondi per l’aborto

    Il neo presidente ha firmato un ordine esecutivo che ripristina un provvedimento introdotto da Reagan nel 1985, che vieta i finanziamenti alle associazioni pro-aborto

    Di TPI
    Pubblicato il 24 Gen. 2017 alle 12:00 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:06

    Nel suo terzo giorno da presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha firmato una serie di ordini esecutivi tra cui quello volto a ripristinare la cosiddetta Mexico City Policy, impedendo così alle organizzazioni internazionali non governative impegnate nel fornire servizi alle donne che decidono di abortire, di ricevere finanziamenti dal governo degli Stati Uniti. 

    “Non è un segreto che il presidente abbia più volte espresso posizioni a sostegno della vita e contrarie all’aborto”, ha sottolineato il neo portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, durante l’incontro quotidiano con la stampa. 

    “Il presidente vuole spendersi a favore di tutti gli americani, compresi gli esseri umani non ancora nati, e penso che il ripristino di quest’ordine restituisca anche il giusto valore a questo tema e venga incontro ai contribuenti”, ha precisato Spicer. 

    Il provvedimento era stato introdotto nel 1984 dall’allora presidente repubblicano Ronald Reagan e sottoscritto a Città del Messico. Venne poi ribaltato sotto la presidenza Clinton nel gennaio del 1993 e ripristinato ancora da George W. Bush durante il suo primo mandato nel 2001. Infine, annullato dall’ultimo presidente democratico Barack Obama nel 2009. 

    Con la sospensione della normativa, le Ong erano autorizzate a ricevere finanziamenti governativi a sostegno di diversi programmi di pianificazione familiare, compresi quelli relativi all’accesso ai metodi contraccettivi e alle cure post-aborto.

    Ad ampliare il suo raggio d’azione ci pensò il democratico Bill Clinton. Nel suo primo giorno come presidente, Clinton firmò un ordine esecutivo che smantellava le imposizioni e i divieti previsti dal provvedimento introdotto da Reagan e allargava il sostegno dato dal governo statunitense alle organizzazioni non governative attive in questo campo.

    In poche parole, il neo presidente democratico diede disposizioni all’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale di cominciare a finanziare le organizzazioni impegnate in un’ampia gamma di attività riguardanti la disponibilità a dare consigli, pareri o informazioni sull’aborto o sostenere un governo straniero nell’implementazione di linee guida sull’aborto affinché lo si rendesse accessibile laddove era considerato illegale, adottandolo come strumento di pianificazione familiare. 

    Con Trump si è ripristinato il provvedimento inverso che proibisce alle principali Ong che offrono servizi di pianificazione familiare, compreso il ricorso all’aborto, di ricevere assistenza e fondi da parte dell’Agenzia per lo Sviluppo Internazionale, uno dei maggiori finanziatori in ambito di assistenza e sviluppo a livello mondiale. 

    La senatrice democratica del New Hampshire, Jeanne Shaheen, ha scritto su Twitter che avrebbe presentato un disegno di legge per abrogare questo provvedimento in maniera permanente, ma è improbabile che passi al Congresso a maggioranza repubblicana. 

    La decisione di Trump è stata applaudita dai conservatori e accolta positivamente dai gruppi anti-abortisti statunitensi. 

    “Per anni, gli Stati Uniti hanno discusso di aborto”, ha scritto in un tweet il senatore repubblicano dello stato dell’Oklahoma, James Lankford. “Almeno possiamo essere d’accordo sul fatto che i contribuenti non saranno costretti a pagare anche per questo”. 

    Entusiasmo è stato espresso dalle principali associazioni anti-abortiste. “Il presidente Trump sta portando avanti l’eredità di Ronald Reagan cercando di fermare la promozione dell’aborto come misura di pianificazione familiare attraverso i soldi delle nostre tasse”, ha sottolineato con fermezza Marjorie Dannenfelser, presidente del gruppo anti-abortista Susan B. Anthony List. 

    “L’intervento del presidente per promuovere il rispetto per ogni vita umana, compresi i bambini non ancora nati, nonché i diritti di coscienza, invia un segnale forte sulle priorità della sua amministrazione a favore della vita”, ha sottolineato ancora la presidente Dannenfelser.

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