Il Washington Post ha pubblicato il resoconto del suo fact checking sulle dichiarazioni rilasciate dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel suo primo anno di presidenza.
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Secondo i risultati raccolti da un database che analizza, classifica e tiene traccia di ogni frase sospetta pronunciata da Trump, il tycoon in 347 giorni avrebbe mentito o rilasciato dichiarazioni fuorvianti e ingannevoli per 1950 volte, con una media di 5,6 “menzogne” al giorno”.
Una grafica interattiva pubblicata dal quotidiano di proprietà di Jeff Besoz mostra il dettaglio delle bugie divise per mesi e argomenti, evidenziando in particolare i temi sui quali Trump ha mentito in maniera reiterata.
In particolare, il database del Washington Post ha rilevato più di 60 affermazioni false ripetute dal presidente degli Stati Uniti tre o più volte.
Tra queste, Trump per 53 volte ha detto di aver effettuato il più grande taglio delle tasse nella storia americana, sebbene i dati del dipartimento del Tesoro lo pongano in ottava posizione; per 58 volte ha dichiarato che gli Stati Uniti pagano le tasse societarie più alte (25 volte) o che sono una delle nazioni più tassate (33 volte).
Quest’ultimo dato è falso, mentre il primo è fuorviante, in quanto l’effettiva aliquota dell’imposta societaria negli Stati Uniti (quello che le aziende pagano dopo aver beneficiato di varie detrazioni) finisce per essere inferiore all’aliquota fiscale legale.
Per ben 61 volte Trump ha ripetuto che l’Affordable Care Act, la riforma sanitaria fortemente voluta da Barack Obama, stava morendo o era “essenzialmente morta”. Nonostante ciò, i suoi sforzi per abrogare la legge sono stati vani.
Come rileva il Washington Post, inoltre, Trump si prende spesso il merito per decisioni di politica economia che riguardano le aziende e che sono state prese prima che prestasse giuramento come presidente.
Secondo il quotidiano, il tycoon ha passato la campagna elettorale del 2016 dicendo ai suoi sostenitori che il tasso di disoccupazione reale degli Stati Uniti era del 42 per cento, e che le statistiche ufficiali erano false.
Da quando è presidente, però, in 46 occasioni ha sbandierato il più basso tasso di disoccupazione registrato nel paese negli ultimi 17 anni, omettendo di dire che tale tasso era già molto basso quando fu eletto (il 4,6 per cento, il più basso da 10 anni).
Per ben 85 volte, Trump ha celebrato una crescita del mercato azionario, sebbene nella campagna elettorale avesse ripetutamente affermato che si trattava di una “bolla” che era pronta a schiantarsi non appena la Federal Reserve avrebbe iniziato ad alzare i tassi di interesse. Ebbene, la Fed ha alzato i tassi tre volte dalle elezioni, eppure il mercato azionario non è affatto precipitato.
Inizialmente, il progetto del Washington Post sarebbe dovuto durare solo 1o0 giorni, ma è stato esteso a un anno.
Ora il giornale si sta interrogando sulla possibilità di mantenere attivo il database continuando a monitorare tutte apparizioni pubbliche di Trump, le interviste televisive e radiofoniche, sebbene ciò risulti particolarmente impegnativo per i suoi giornalisti, anche in considerazione della mole di dichiarazioni perlomeno sospette rilasciate dal tycoon.