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    Cosa c’è sotto la Monna Lisa?

    Uno scienziato francese ha trovato un ritratto nascosto in uno strato sotto la tela de La Gioconda di Leonardo da Vinci, che proverebbe che la donna non è Lisa Gherardini

    Di TPI
    Pubblicato il 8 Dic. 2015 alle 12:47 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 01:28

    Pascal Cotte, uno scienziato francese, ha dichiarato di aver rinvenuto un ritratto di donna nascosto in uno strato sotto la tela de La Gioconda, celebre dipinto di Leonardo Da Vinci.

    È riuscito a farlo grazie a una tecnologia di luce riflessa, utilizzata da oltre 10 anni, che avrebbe portato alla ricostruzione di un’immagine diversa da quella visibile nell’ultima versione del lavoro dell’artista italiano.

    Nell’immagine sottostante La Gioconda, la donna ritratta non sembra avere lo stesso sguardo diretto e il sorriso enigmatico che hanno reso celebre l’opera, nota anche come Monna Lisa

    La totale differenza tra i due disegni contrasterebbe con l’ipotesi sostenuta da secoli secondo cui la donna ritratta da Leonardo sarebbe Lisa Gherardini, moglie di un commerciante di seta fiorentino dell’epoca. 

    Cotte ha anche dichiarato di aver trovato altre due immagini sotto la superficie del dipinto: il contorno di un ritratto con una testa, un naso e delle mani più grandi rispetto a quelle della Monna Lisa, ma delle labbra più piccole, e un altro disegno di una donna nella stessa posizione della Gioconda ma con un copricapo di perle.

    La tecnologia utilizzata dallo scienziato, che è anche uno dei fondatori della società Lumiere Technology di Parigi, si chiama Layer Amplification Method (Lam). La tecnica richiede che una serie di luci molto intense vengano proiettate sul dipinto mentre una macchina fotografica ne misura i riflessi. Dalle misurazioni, Cotte ha dichiarato di aver potuto ricostruire cosa è accaduto tra uno strato di pittura e l’altro.

    La Monna Lisa è stata per più di 50 anni soggetta a esami scientifici, tra cui analisi a infrarossi e scansioni multi-spettrali, ma secondo lo scienziato francese, il metodo Lam sarebbe riuscito ad andare più in profondità. “Possiamo analizzare esattamente cosa è accaduto tra gli strati di pittura e li possiamo rimuovere come se fossero strati di cipolla. Possiamo ricostruire la cronologia della creazione del dipinto”, ha dichiarato Cotte.

    Alcuni studiosi, però, non sono convinti dalle dichiarazioni dello scienziato. Per esempio Martin Kemp, professore emerito di storia dell’arte nell’università britannica di Oxford, sostiene che le immagini scoperte da Cotte non siano dipinti diversi, ma parti di un “continuo processo di evoluzione”.

    Leonardo da Vinci avrebbe lavorato sul dipinto dal 1503 al 1517, prima a Firenze e poi in Francia. La Gioconda si trova attualmente nel museo del Louvre, a Parigi.

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