Il 31 luglio 2018, una delle più grandi milizie di Tripoli, il battaglione Al-Nawasi, ha arrestato quattro giornalisti delle agenzie stampa Afp e Reuters mentre documentavano lo sbarco di alcuni migranti dalla base di Abu-Sita a Tripoli.
L’arresto è stato effettuato per ordine di Ali Dlaoob, comandante del battaglione Shuhada al-Shat di al-Nuwaisi. Ai giornalisti Hamza Turki, Ahmad al-Amami, Mahmoud Turkia e Hani Amara sono state confiscate le telecamere.
I quattro reporter sono stati liberati dopo 10 ore di detenzione, ha riferito il Libyan Center for Freedom of Press (LCFP).
LCFP, tramite un messaggio pubblicato su Twitter, si è rivolto al ministro dell’Interno Abdelsalam Ashour rammentando la necessità di prendere precauzioni per proteggere i giornalisti e stabilire un ambiente favorevole al dialogo tra giornalisti e personale della sicurezza per il miglior interesse della Libia.
“Sono stati arbitrariamente detenuti mentre erano in servizio per occuparsi di questioni di immigrazione illegale nella base navale di Abu-Sita a Tripoli”. Ha aggiunto, chiedendo la fine di un tale comportamento e per la protezione della libertà di stampa.
#ليبيا : المركز الليبي ##لحرية_الصحافة يرحب بإطلاق سراح مراسلوا وكالة #رويترز @ReutersWorld هاني عمارة واحمد العمامي وكالة #فرنس_برس @AFP محمود وحمزة تركية، بعد إحتجازهم لأكثر من 10 ساعات بمقر أمني تديره جماعات شبه نظامية في #طرابلس 1/1
— LCFP (@LCFP_libyapress) 31 luglio 2018
Sempre a Tripoli nello stesso giorno, la nave privata italiana Asso 28 ha riportato 108 migranti che si trovavano a bordo di un gommone nel mar Mediterraneo e, per la prima volta, li ha riportati in Libia, porto considerato “non sicuro” dalla comunità internazionale, senza consentire loro di fare domanda di asilo.
Sul caso è intervenuto Nicola Fratoianni, deputato di Liberi e Uguali (LeU) e segretario nazionale di Sinistra Italiana, che si trova da giorni a bordo della nave Open Arms (a bordo c’è anche Valerio Nicolosi, reporter italiano, che per TPI.it tiene un Diario di bordo quotidiano).