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    TPI 3° al Pulitzer per i diritti umani nel mondo

    The Post Internazionale è salito sul podio al celebre Robert F. Kennedy Journalism Award

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 24 Mag. 2012 alle 21:41 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 22:37

    Ricordate l’intervista esclusiva del The Post Internazionale a Crazy Crab, nome d’arte del primo vignettista dissidente che osò sfidare il Great Firewall cinese con la sua satira politica? La nostra Maria Dolores Cabras, autrice dell’articolo Ten Awkward Questions To Ask Crazy Crab, Cartoonist Who Challenges China’s Great Firewall, e il The Post Internazionale sono stati selezionati come finalisti del celebre Robert F. Kennedy Journalism Award, il Pulitzer per i diritti umani. E si sono classificati al terzo posto nella categoria social media-online newspapers.

    Nel suggestivo complesso quattrocentesco de Le Murate a Firenze, oggi sede europea del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights, martedì 19 giugno si è tenuta la cerimonia di premiazione del prestigioso European Robert Kennedy Journalism Award. Il premio giornalistico noto come “Poor People’s Pulitzer” è dedicato a coloro i quali fanno informazione con coraggio, in prospettiva della promozione dei diritti umani e della giustizia sociale.

    L’esclusiva pubblicata da The Post Internazionale è stata valutata da una giuria composta da illustri professionisti dei Media ed esperti internazionali dei diritti umani. L’articolo in gara doveva essere focalizzato sui diritti umani, sulla giustizia sociale e sul potere di azione individuale; doveva includere intuizioni sulle cause, sulle condizioni, e sui rimedi all’ingiustizia con un’analisi critica delle relative politiche pubbliche, dei programmi e del comportamento privato. Doveva dimostrare l’integrità giornalistica dell’autore e il suo coraggio.

    Alla premiazione, presieduta da Louis Bickford, Segretario Generale del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights Europe, hanno partecipato Vaughan Smith, Frontline Journalism Club; Tiziana Prezzo, Sky Tg24; Luca De Biase, il Sole 24 ore; Lis Howell, City University of London. Dopo la presentazione al pubblico del nuovo Progetto Smart Dissidents e il lancio della nuova App per smartphone sui diritti umani, sono stati premiati i vincitori per le quattro categorie ammesse al concorso: Renata Radić-Dragić, Sarajevo – Bosnia, per la categoria Social Media; Majid Saeedi, Teheran – Iran, per la categoria Fotoreporter; Carmel Delshad e Kirsti Itameri, New York – Stati Uniti, per la categoria Università; Dunia Bousati, Firenze – Italia, per la categoria Scuole Superiori italiane.

    Fondato nel dicembre del 1968 da un gruppo di giornalisti impegnati a sostegno della campagna presidenziale di Robert Kennedy, il premio giornalistico internazionale ha superato di gran lunga le aspettative dei suoi fondatori. Guidato da un comitato di sei giornalisti indipendenti, i premi sono giudicati da più di cinquanta professionisti ogni anno. In Europa il RFK Journalism Award dal 2010 affronta la questione dei diritti umani su base europea. Quest’anno il tema sul quale si sono focalizzati giornalisti, fotoreporter e bloggers di tutto il mondo era “Social Media e diritti umani: in che misura i Social Media possono divenire uno strumento per promuovere la tutela dei diritti umani durante le rivoluzioni, nelle società post-conflitto o nei regimi autoritari.”

    Qual è il ruolo dell’attivismo digitale? Può un dissidente digitale creare il cambiamento nel proprio Paese? A questi interrogativi il Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights, insieme al Training Institute Smart Dissident Project e in collaborazione con il Comune di Firenze e con l’Ambasciata d’America in Italia, ha provato a rispondere con il primo corso internazionale di specializzazione sui dissidenti digitali, che ha preceduto la cerimonia di premiazione del RFK Journalism Award.

    Come disse Robert F. Kennedy in un discorso del 1966 agli studenti sudafricani: “Ogni volta che un uomo si batte per un ideale, chiunque agisce per migliorare il destino altrui, o si scaglia contro un’ingiustizia, emette una minuscola onda di speranza che, convergendo da mille sorgenti di energia e di coraggio, forma una corrente in grado di abbattere il più poderoso muro di oppressione e di resistenza.”

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