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    Titan, il regista di Titanic: “Esperti inascoltati, incredibili somiglianze con la tragedia del 1912”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 23 Giu. 2023 alle 18:49 Aggiornato il 23 Giu. 2023 alle 18:52

    Titan, il regista di Titanic: “Esperti inascoltati, incredibili somiglianze con la tragedia del 1912”

    “I membri della nostra comunità erano molto preoccupati da questo sommergibile. Alcuni dei più alti esponenti della comunità ingegneristica che si occupa di immersioni in profondità ha anche scritto lettere all’azienda, dicendo che quello che facevano era troppo sperimentale per trasportare passeggeri e doveva essere certificato”.

    È il duro attacco di James Cameron dopo il disastro del sommergibile Titan. In un’intervista a Abc, il regista canadese, autore di campioni d’incassi come “Titanic”, “Terminator” e “Avatar”, si è scagliato contro la società che ha organizzato la disastrosa spedizione verso il relitto del Titanic, ripercorrendo alcune delle critiche che negli scorsi mesi gli esperti di immersioni avevano rivolto a OceanGate.

    Oltre a essere noto come regista di film di successo, Cameron è anche grande appassionato ed esperto di immersioni in profondità, tanto da essere diventato nel 2012  la prima persona a raggiungere in solitaria il fondo del Fosso delle Marianne.

    “Ci sono stato molte volte e conosco il sito del relitto (del Titanic, ndr) molto bene”, ha esordito Cameron. “Ho fatto 33 immersioni: effettivamente ho calcolato di aver trascorso più tempo sulla nave di quanto ne abbia passato il capitano all’epoca”, ha aggiunto il regista, ricordando di aver anche realizzato “un sommergibile per andare nel punto più profondo dell’oceano, tre volte più profondo del Titanic. Quindi capisco i problemi di tipo ingegneristico legati alla costruzione di questo tipo di veicolo e tutti i protocolli di sicurezza che bisogna seguire”.

    “È assolutamente vitale che le persone capiscano il messaggio, che quella delle immersioni in profondità è una disciplina matura”, ha voluto sottolineare. “Dai primi anni ’60 in cui avvennero alcuni incidenti, senza che nessuno perdesse la vita, fino ad ora è trascorso più tempo che tra Kitty Hawk (luogo del primo volo di un aereo a motore, ndr) e il volo del primo 747. In quel lasso di tempo siamo migliorati in maniera netta i protocolli di certificazioni che [seguono] tutti gli altri veicoli a immersione profonda che portano passeggeri in tutto il mondo, a maggior ragione passeggeri a pagamento, tranne questo”.

    Secondo Cameron, i precedenti degli ultimi decenni parlano chiaro: “Non solo non ci sono state vittime ma non è neanche mai avvenuto un incidente tanto grave da richiedere l’intervento di così tante risorse in un solo sito”. “Ovviamente questo è l’incubo con cui tutti abbiamo dovuto convivere

    da quando abbiamo scelto questo campo, quello delle spedizioni in profondità”, ha continuato, descrivendo l’implosione come un’eventualità che tutti gli addetti ai lavori “tengono sempre a mente”. “Oassiamo così tanto tempo ed energie su questo e usiamo tutte gli strumenti informatici a disposizione”, ha affermato, ricordando gli sforzi per progettare il veicolo che ha raggiunto “Challenger Deep”, il punto più profondo della Fossa delle Marianne. Per più di tre anni, [abbiamo lavorato solo sul computer prima ancora di costruirlo e ovviamente abbiamo svolto i test per la pressione a più riprese. Questa è una disciplina matura”, ha ribadito.

    “I membri della nostra comunità erano molto preoccupati da questo sommergibile”, ha proseguito. “Alcuni dei più alti esponenti della comunità ingegneristica che si occupa di immersioni in profondità hanno anche scritto lettere all’azienda dicendo che quello che facevano era troppo sperimentale per poter trasportare passeggeri e doveva essere certificato. Sono stupito dalle somiglianze con il disastro del Titanic stesso, dove il capitano fu avvertito ripetutamente della presenza di ghiaccio di fronte alla sua nave eppure si lanciò a tutta velocità in una distesa di ghiaccio in una notte senza luna causando la morte di molte persone. E adesso, che una tragedia molto simile in cui gli avvertimenti sono stati inascoltati, possa avvenire nello stesso esatto luogo, con tutte le immersioni che avvengono in tutto il mondo, credo sia veramente sorprendente e abbastanza surreale”. Cameron ha poi ricordato una delle vittime il “il leggendario pilota di sommergibili francese” Paul-Henri “PH” Nargeolet. “Era mio amico, si tratta di una comunità molto piccola. Conoscevo PH da 25 anni. Che sia morto tragicamente in questo modo è quasi impossibile per me da elaborare”.

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