Theresa May, nuova leader dei Tory, il partito conservatore del Regno Unito, da oggi sarà la seconda donna nella storia, dopo Margaret Thatcher, a ricoprire la carica di primo ministro britannico. David Cameron rassegnerà le dimissioni nelle mani della regina Elisabetta, che successivamente darà l’incarico di formare il governo a Theresa May.
Dopo le dimissioni di David Cameron in seguito al referendum sulla Brexit, i diversi candidati alla sua successione, tra cui Boris Johnson, Michael Gove ed Andrea Leadsom, si sono gradualmente ritirati dalla corsa. Theresa May, ultima rimasta, è emersa come il candidato più adatto per sostituirlo e riunificare un partito diviso.
La ministra degli Interni nutriva da tempo grandi ambizioni politiche, secondo l’amica Pat Frankland, già ai tempi dell’università “voleva diventare la prima donna premier ed era piuttosto scocciata quando Margaret Thatcher ci arrivò prima di lei”, ma nessuno si sarebbe aspettato che assumesse la guida dei conservatori almeno prima del 2018. Questo prima che il referendum indetto da Cameron gettasse il Regno Unito nell’incertezza politica.
Chi è Theresa May – Theresa May è nata il 1 ottobre del 1956. All’anagrafe Theresa Brazier, suo padre era un vicario della Chiesa d’Inghilterra, morto quando lei aveva 25 anni in un incidente d’auto. Cresce nell’Oxfordshire e nella sua adolescenza prende spesso parte della vita di villaggio, lavorando in una panetteria per guadagnare qualche soldo e partecipando ad uno spettacolo prodotto dal padre.
Frequenta il liceo statale di Wheatley Park, dopo una breve parentesi ad una scuola privata. Come Margaret Thatcher, studia all’università di Oxford, nello specifico geografia a St Hugh’s College.
È sposata dal 1980 con Philip May, conosciuto ad Oxford. La leggenda vuole che li abbia presentati l’ex prima ministra del Pakistan, Benazir Bhutto. Era dai tempi di Edward Heath, in carica dal 1970 al 1974, che l’occupante del numero 10 di Downing Street non era senza figli.
Fra le sue passioni la moda: la May è conosciuta a Westminster per il suo gusto per le calzature esuberanti e ha dichiarato che su un’isola deserta il suo oggetto di lusso ideale sarebbe un abbonamento a vita alla rivista Vogue. Le piace anche cucinare e camminare in montagna. I suoi gusti musicali variano dagli Abba e il musical Jersey Boys a Mozart ed Elgar.
Nel 2013 ha dichiarato di essere affetta da diabete di tipo 1 e di doversi sottoporre ad iniezioni di insulina due volte al giorno per il resto della sua vita.
La sua carriera – dopo la laurea, May iniziò a lavorare nella City, prima alla Banca d’Inghilterra e poi per un’associazione per servizi di clearing di pagamenti. Per 10 anni è stata consigliera locale a Merton, nel sud del Regno Unito.
La svolta politica arriva, dopo un paio di insuccessi elettorali nei distretti della capitale, alle elezioni politiche del 1997: nonostante i Tory vennero sconfitti nettamente dal Labour di Tony Blair, la May conquista il seggio di Maidenhead, nel Berkshire. Ancora oggi mantiene questa posizione.
La sua nomina a ministra degli Interni nel governo di coalizione formato nel 2010 dai conservatori e liberal democratici sorprese molti: non aveva infatti mai fatto parte del “gruppo di Notting Hill” che prese il controllo del partito nel 2005, dopo la terza sconfitta elettorale consecutiva, e che lanciò David Cameron e George Osborne sulla via del potere. È stata la ministra degli Interni a rimanere in carica più a lungo negli ultimi 50 anni.
Durante il suo mandato, ha aumentato la sorveglianza virtuale per prevenire il terrorismo, con quello che i liberal democratici di Nick Clegg hanno negativamente etichettato come “l’Atto costitutivo del ficcanaso”. Questo le ha permesso di ridurre la criminalità e sventare un attacco nel 2013.
Il suo programma politico – May ritiene che “Brexit significhi Brexit” e dunque esclude la possibilità di un secondo referendum. Ha dichiarato che l’invocazione dell’articolo 50 del trattato di Lisbona, che darà il via alle negoziazioni ufficiali, avverrà non prima della fine del 2016. Si impegnerà a raggiungere un accordo commerciale favorevole con l’Unione europea e ad imporre più controlli sull’immigrazione.
I cittadini europei del Regno Unito non subiranno alcun cambiamento di status, fino a che un nuovo “accordo legale” verrà raggiunto con Bruxelles. Riguardo a questo, non ha concesso alcuna garanzia.
Theresa May ha annunciato che la Brexit non definirà interamente il suo mandato come premier britannica, ad esempio vuole proporre una serie di riforme sociali piuttosto radicali per promuovere una maggiore mobilità sociale e fornire opportunità anche ai meno fortunati.
Leggi l'articolo originale su TPI.it