Theresa May da mercoledì 13 luglio sarà la nuova premier del Regno Unito. Dopo aver risposto al Question Time in parlamento l’attuale premier David Cameron lascerà la sua carica e rassegnerà le dimissioni, in anticipo rispetto a quanto annunciato all’indomani del voto sulla Brexit.
May è il ministro dell’Interno del governo di Cameron ed è l’unica ad essere rimasta in corsa per succedere all’attuale premier alla guida del partito e del Regno Unito, dopo che lunedì 11 luglio la rivale Andrea Leadsom ha annunciato il ritiro. Sarà la seconda premier donna nella storia del Regno Unito dopo Margaret Thatcher.
Durante un breve discorso pronunciato da Cameron a Downing Street ha detto di essere “entusiasta” dell’investitura del segretario di Stato “che avrà il mio completo supporto”. Ha sostenuto che “un prolungato periodo di transizione” non è necessario e ha annunciato: “Domani presiederò la mia ultima riunione di governo e mercoledì, dopo aver risposto al Question Time in parlamento, andrò dalla regina per rassegnare le mie dimissioni”.
Secondo alcuni analisti, Theresa May è stata una dei politici conservatori usciti con più dignità dal voto sulla Brexit: schierata a favore della campagna per il remain, si è ritagliata un ruolo marginale durante la campagna elettorale senza entrare nelle dispute che hanno diviso il partito conservatore dopo la sconfitta del premier David Cameron.
Il profillo basso è sempre stato una caratteristica di May, forse proprio per dare maggior rilevanza alle sue prese di posizione, come durante il suo duro discorso sull’immigrazione alla conferenza dei tories di un anno fa che provocò un’ondata di critiche sui media, ma permise al ministro dell’interno di consolidare alleanze con l’ala più conservatrice del partito e essere percepita come una risposta efficace per riconquistare voti dai nazionalisti e anti-immigrazione dell’Ukip di Farage.
Appena insediata, May dovrà occuparsi del rimpasto di governo, bilanciando le diverse fazioni all’interno dei tories, con alcune figure di spicco della campagna per il leave che si aspettano di ottenere importanti incarichi. Dopodiché la aspetta l’ancor più difficile compito di accompagnare il Regno Unito fuori dall’Unione europea.