La premier britannica Theresa May ha rivelato che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump le ha consigliato di “citare in giudizio l’Unione europea” piuttosto che negoziare con il blocco dei 27 paesi per la questione Brexit.
Consiglio avanzato dal presidente americano durante una conversazione privata durante la sua visita nel Regno Unito di venerdì scorso.
A rivelare le parole di Trump è stata la stessa May ai microfoni del programma The Andrew Marr Show in onda sulla BBC.
“Mi ha detto che dovrei citare in giudizio l’Unione Europea”, le parole del primo ministro inglese. Sollecitata dal conduttore visibilmente stupito, la May ha poi ripetuto: “Citare in giudizio l’Unione Europea, non negoziare con loro, denunciarli”.
Poi la premier ha aggiunto che una volta recepito il consiglio del presidente degli Stati Uniti ha sorriso e risposto: “In realtà stiamo entrando in trattative con loro”. Insomma, il particolare consiglio non sarà seguito. Per ora.
Trump: l’Unione europea è un nostro nemico
In seguito a un incontro con la prmier britannica Theresa May, Trump ha detto che l’Ue è un nemico degli Stati Uniti. Il presidente Usa lo ha detto in una intervista alla CBS a margine del suo weekend in Scozia, prima di partire per Helsinki. “Abbiamo diversi nemici. Ritengo che l’Unione europea. sia un nemico per quello che fa agli Usa nel commercio. Non lo penseresti dell’Ue, ma è un nemico”.
Donald Tusk gli ha risposto: “Diffonde fake news, gli Stati Uniti e l’Ue sono ottimi amici”.
La premier britannica May: “Dopo la Brexit stop agli europei in cerca di lavoro”
La premier britannica Theresa May ha pubblicato una nota su Facebook in cui parla di ciò aspetta il Regno Unito dopo la Brexit.
“Non sarà più permesso alle persone arrivare qui da tutta Europa nella remota possibilità che possano trovare un lavoro”, si legge nel post, nel quale la premier sottolinea anche Londra tornerà ad avere una politica commerciale totalmente indipendente e non sarà più soggetta alla giurisdizione della Corte di Giustizia europea
La nota è stata pubblicata nella tarda mattinata di venerdì 12 luglio 2018, giorno in cui è prevista la presentazione del cosiddetto ‘libro bianco’, il piano che stabilisce dettagliatamente le condizioni che il governo britannico intende porre all’Unione europea per il periodo successivo all’uscita dall’Ue.
Le linee guida di questo piano erano state fissate in precedenza un documento di tre pagine proposto dalla premier May, che nei giorni scorsi ha ricevuto il sostegno della maggioranza.
Il documento ha provocato le dimissioni del segretario di stato britannico con delega alla Brexit, David Davis, e del ministro degli Esteri, Boris Johnson, che giudicano la linea di May troppo morbida.
Dopo queste due dimissioni la premier ha tenuto un discorso di fronte alla Camera dei Comuni.
“Se l’Ue continua nel suo corso attuale, ciò potrebbe portare a una Brexit senza accordo. Per questo il mio governo ha preso l’iniziativa e ha fatto una nuova proposta”, ha detto.
Nella nota pubblicata su Facebook la premier spiega di essersi posta tre domande in vista del post-Brexit.
La prima domanda riguarda la libera circolazione dei cittadini: l’uscita dall’Ue “significa la fine della libertà di movimento?”.
May risponde così: “Non sarà più permesso alle persone arrivare qui da tutta Europa nella remota possibilità che possano trovare un lavoro”.
“Accoglieremo sempre i professionisti qualificati che aiutano il nostro paese a prosperare, da medici e infermieri a ingegneri e imprenditori”, chiarisce. “Ma per la prima volta da decenni, avremo il pieno controllo delle nostre frontiere”.
“Sarà il Regno Unito, non Bruxelles, a decidere a chi dovrebbe essere permesso di vivere e lavorare qui”.
La seconda domanda che May afferma di essersi posta verte sulla politica commerciale: “Saremo in grado di firmare i nostri accordi commerciali?”.
“Avremo la nostra politica commerciale completamente indipendente, il nostro seggio all’Organizzazione mondiale del commercio e la possibilità di fissare tariffe e concludere accordi commerciali con chiunque ci piaccia”, risponde la premier.
Terza e ultima domanda: dopo l’uscita dall’Ue “il Regno Unito sarà fuori dalla giurisdizione della Corte europea?”.
Questa la risposta: “Non saremo più soggetti alla giurisdizione della Corte di giustizia dell’Unione europea, i giudici britannici regoleranno le nostre leggi”.
“Le norme comunitarie non saranno più automaticamente e direttamente applicabili nel Regno Unito, il parlamento avrà voce in capitolo”, sottolinea la premier.