Domenica 5 novembre un uomo armato con un fucile d’assalto ha fatto irruzione in una chiesa battista di una piccola città nel sudest del Texas e ha aperto il fuoco uccidendo almeno 26 fedeli e provocando 20 feriti,secondo quanto dichiarato dalla polizia. La vicenda costituisce l’ennesima sparatoria di massa negli ultimi anni negli Stati Uniti, e il presidente Trump ha parlato di un “fatto legato a problemi mentali” e non di una questione legata al possesso di armi.
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L’uomo, che era vestito con attrezzatura tecnica nera e giubbotto antiproiettile, ha fatto irruzione nella First Baptist Church di Sutherland Springs, una città con meno di 400 abitanti a circa 65 chilometri da San Antonio, Texas, durante la messa del mattino, per poi aprire il fuoco contro i presenti.
Nel pomeriggio di domenica 5 i media avevano parlato di 27 vittime, il bilancio è stato poi rivisto in almeno 26 morti.
Secondo i funzionari di sicurezza, le vittime avevano tra i 5 e i 72 anni. Tra loro anche la figlia 14enne del pastore Frank Pomeroy, come annunciato dalla famiglia alle stazioni televisive statunitensi.
Il sospetto è stato poi trovato morto nel suo veicolo ad alcuni chilometri di distanza, dopo aver lasciato la chiesa. Apparentemente aveva una ferita d’arma da fuoco, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters. Report iniziali avevano indicato erroneamente che fosse stato ucciso dalla polizia.
La polizia lo ha identificato come un “giovane maschio bianco”. Secondo i media statunitensi si tratta di Devin Patrick Kelley, 26 anni.
Qui sotto: Una mappa mostra il luogo dell’attacco nel sudest del Texas
Kelley è stato congedato dall’areonautica statunitense nel 2014 per una decisione di una corte marziale, che lo ha ritenuto colpevole di aggressione contro sua moglie e il figlio.
Le ragioni per cui l’uomo ha compiuto la sparatoria non sono ancora chiare.
“Stiamo avendo a che fare con la più grande sparatoria di massa nella storia del nostro stato”, ha detto il governatore del Texas Greg Abbott a una conferenza stampa. “La tragedia è ancora più terribile per il fatto che è accaduta in una chiesa, dove tutti questi innocenti sono stati uccisi”.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump lunedì 6 novembre ha commentato quanto accaduto dicendo che si tratta di un “fatto legato a problemi mentali” e non di una questione legata al possesso di armi.
Durante una conferenza stampa a Tokyo, dove Trump si trova in visita istituzionale, il presidente ha detto che dai primi report l’autore della strage era “un individuo molto pericoloso, con molti problemi” e ha definito quanto accaduto un “evento molto molto triste”.
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