I manifestanti e la polizia si sono confrontati per la terza notte consecutiva a Charlotte, in North Carolina dopo le proteste scoppiate in seguito all’uccisione martedì 20 settembre del cittadino afroamericano Keith Scott per mano della polizia.
Le autorità hanno deciso di non imporre il coprifuoco che inizialmente era stato annunciato dopo due notti di violenti scontri. La manifestazione che si è svolta nella notte a cavallo tra giovedì e venerdì 23 settembre ha richiamato in strada meno persone rispetto alle precedenti.
La polizia tuttavia è nuovamente intervenuta lanciando gas lacrimogeni e sparando proiettili di gomma per liberare l’autostrada, mentre i dimostranti cantavano cori di protesta: “Di chi sono le strade? Le strade sono nostre”.
Il dipartimento della polizia di Charlotte ha detto che due agenti sono stati portati al pronto soccorso dopo essere stati investiti dal lancio di agenti chimici da parte di alcuni manifestanti.
Nonostante i momenti di tensione, la protesta si è svolta in maniera più pacifica rispetto alle due notti precedenti, quando alcuni contestatori violenti avevano distrutto vetrine e finestre, incendiato auto, saccheggiato negozi e lanciato oggetti contro la polizia, spingendo il sindaco a dichiarare lo stato di emergenza e il coprifuoco.
La marcia di protesta a Charlotte
Gli afroamericani scesi in strada contestano alla polizia statunitense l’uso eccessivo della forza nei confronti dei cittadini di colore.
Giovedì 22 settembre è morto anche il manifestante che era stato colpito da alcuni proiettili durante le rivolte di mercoledì e 44 persone sono state finora arrestate.
Una settimana fa, un altro afroamericano, Terence Crutcher era stato ucciso dalla polizia dopo che il suo veicolo si era fermato in autostrada. L’agente che ha sparato è stato arrestato con l’accusa di omicidio.
A Baltimora, dopo tre giorni di agonia, è morto anche Tawon Boyd, di 21 anni, a causa delle conseguenze di una colluttazione con alcuni agenti che lo avevano immobilizzato a terra.
Intervistato dalla Reuters il legale della famiglia Scott ha detto che nel video ripreso dalle telecamere di sicurezza non è visibile alcun comportamento aggressivo da parte della vittima.
Scott, che aveva sofferto un trauma cranico in un grave incidente stradale, si muove lentamente mentre esce dalla sua auto, ma non è possibile capire cosa tiene in mano.
La polizia sostiene che Scott aveva in mano un’arma da fuoco e quando si sono avvicinati gli agenti si è rifiutato di deporla, mentre la famiglia sostiene fosse un libro.
Il capo della polizia Kerry Putbey ha dichiarato che le riprese confermano la ricostruzione fatta dalla polizia ma ha ammesso che nelle immagini non si vede Scott puntare l’arma da fuoco contro gli agenti.
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