Arwa Mahdawi ha scritto per il quotidiano britannico The Guardian una umoristica guida per riconoscere un terrorista su un volo di linea. Ecco le sue istruzioni:
Hipster o terrorista? Tantissimi giovani vivono nell’illusione che avere una folta barba renda più attraenti. Questo significa che sul vostro prossimo volo potreste incontrare enormi quantità di peli facciali, non necessariamente appartenenti a fondamentalisti. Prendetevi qualche istante per individuare l’uomo barbuto più vicino a voi e stabilire se trattasi di hipster o terrorista.
Armi da prima classe. Sui voli, per ragioni di sicurezza, non potrete portare lame di alcun genere. Tuttavia, se vi capita di sedervi in prima classe, verrete dotati di coltelli affilati e oggetti in vetro durante i pasti. Probabilmente, le agenzie di sicurezza hanno stabilito che i terroristi siederanno più probabilmente in economy e che è perfettamente sicuro mettere oggetti potenzialmente pericolosi nelle mani dei passeggeri di prima classe. Questo, ovviamente, non ha alcun senso. Se io avessi deciso di farmi saltare in aria probabilmente sceglierei la prima classe per il mio ultimo volo.
Tempi di permanenza al gabinetto. Dieci minuti chiusi nel gabinetto possono essere il sintomo di un passeggero che sta faticando a digerire le lasagne offerte dal catering della compagnia aerea. Oltre quei dieci minuti, è probabile che la persona chiusa in bagno voglia far saltare in aria l’aereo. È una questione di matematica.
Attenzione ai capelli scarlatti. Secondo il blog britannico di destra Breitbart, le persone con i capelli rossi potrebbero essere terroristi. Il sito nota come gli estremisti islamici bianchi siano spesso dotati di criniere fulve. La ragione di questa tendenza al terrorismo sta nel bullismo di cui sono oggetti i bambini con i capelli rossi.
Allah o yallah? Chiunque dica Allah su un aereo al 99,9 per cento è un terrorista, almeno stando a quanto sostengono alcuni esperti. Però, molte parole in arabo suonano vagamente come “Allah”. Per esempio, “yallah” che significa semplicemente “sbrigati”. Se il ragazzo accanto a voi sta mormorando “yallah, yallah” probabilmente non vede l’ora che arrivi il pasto, e non sta affatto recitando la sua ultima preghiera.
Mantenete la calma. Scherzi a parte, tenete sempre a mente che in aereo è più probabile morire avvelenati dal cibo che vi hanno servito che per il terrorismo. Perciò, la prossima volta che vi ritroverete a guardare con aria preoccupata il ragazzo dalla pelle scura che siede al posto 32E e ha un’aria omicida, ricordate che con tutta probabilità non è affatto un combattente dell’Isis ma solo uno che non ha mandato giù la lasagna di cui sopra.
Mahdawi ironizza così sull’isterismo collettivo e le idiosincrasie generate dalla nuova bestia nera di questo secolo, il terrorismo islamico, denunciando anche tutta quella messe di pregiudizi che colpiscono chiunque abbia l’aria di essere arabo o musulmano, qualunque cosa significhi.