Terremoto in Turchia, evasi 20 affiliati dell’Isis detenuti in Siria
Dopo le forti scosse di terremoto di ieri, 6 febbraio, tra Turchia e Siria, 20 prigionieri appartenenti allo Stato islamico sono evasi dal carcere di Rajo, vicino a Afrin. La struttura nella quale erano richiusi si trova al confine con la Turchia, in Siria, in una zona controllata dalle milizie filo turche. È probabile che i fuggitivi approfitteranno della tragedia che ha devastato molte zone dei due paesi per spostarsi e sfuggire ai controlli.
Dal 2019, l’Isis ha perso il controllo del territorio tra Iraq e Siria e dopo l’uccisione dei suoi due califfi un gruppo si è clandestinamente rifugiato al confine con la Turchia.
Sono migliaia gli affiliati detenuti in quest’area e l’obiettivo è riuscire a liberarne il più possibile. Molti, in questi anni, sono riusciti a spostarsi con discrezione nonostante i controlli, grazie a documenti di identità in regola e un aspetto “pulito”.
Ora però il terremoto potrebbe restituire loro libertà e potere. I detenuti sono infatti considerati veterani, più forti ed esperti delle nuove leve. La campagna dell’Isis potrebbe dunque essere facilitata dal disastro di questi giorni.
Stando a quanto riporta Repubblica, ha portato a segni diversi attacchi alle carceri in cui sono detenuti gli affiliati: a dicembre ha attaccato il carcere di Raqqa, a settembre e novembre il campo di al Hol e a gennaio è riuscito a liberare centinai di combattenti dal carcere di Hasake.