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    Terremoto in Turchia: la scossa potente come 130 bombe atomiche, oltre 5.100 i morti

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 7 Feb. 2023 alle 08:18 Aggiornato il 7 Feb. 2023 alle 16:34

    Terremoto in Turchia: la scossa potente come 130 bombe atomiche, oltre 5.100 i morti

    Al momento sono oltre 5100 le vittime accertate del terremoto che ha distrutto intere zone della Turchia e della Siria. Il numero resta provvisorio, si continua a scavare tra le macerie delle migliaia di edifici venuti giù in entrambi i Paesi. L’Oms non lascia molte illusioni: le vittime del sisma alla fine potrebbero essere più di 20mila.

    Un’energia di 130 bombe atomiche, in grado di spostare il suolo dell’Anatolia di almeno tre metri. È stato uno dei terremoti più devastanti degli ultimi decenni quello avvenuto nella notte tra domenica e lunedì fra la Turchia sud-orientale e la Siria settentrionale, che finora ha causato più di 4.300 morti nei due paesi. Con una magnitudo di 7,8, il sisma è stato 500 volte più forte di quello di Amatrice del 2016 e 22 volte più forte di quello dell’Irpinia del 1980.  Nelle ore successive sono state almeno 120 le scosse di assestamento, registrate dai sismografi di tutto il mondo, fino alla Groenlandia. Secondo l’Usgs, sono state almeno 43 quelle di magnitudo 4,3 o superiore. Di queste, tre hanno misurato 6.0 o più, incluso il potente sisma di magnitudo 7,5 che ha colpito 95 chilometri a nord dell’epicentro del terremoto principale del mattino, nei pressi di Gaziantep.

    Secondo il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, si tratta del più grande disastro dai tempi del terremoto di Erzincan del 1939, in cui persero la vita circa 33.000 persone. Più del terremoto di Izmit del 1999 (magnitudo 7,6) in cui morirono più di 17.000 persone. Erdogan ha proclamato sette giorni di lutto nazionale, in cui le bandiere sventoleranno a mezz’asta fino al tramonto. il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo, è ormai ridotto a un cumulo di macerie .

    Il terremoto è avvenuto in una zona altamente sismica, punto d’incontro della placca Est anatolica, di quella Arabica e dell’Africana: la prima è stata schiacciata dalla placca Arabica e spinta a ovest, verso l’Egeo. “Nella zona di massimo movimento è avvenuto uno spostamento di almeno tre metri”, ha detto il presidente dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), Carlo Doglioni, parlando di una “prima stima”.

    Un terzo delle vittime, oltre 1.440, si sono verificate in Siria, dove centinaia di edifici sono stati distrutti dal sisma. Nel nord-est del paese la ong di protezione civile siriana dei Caschi Bianchi ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.

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