Un’altra scossa di terremoto di magnitudo 7.3 è stata registrata nella provincia di Kunamoto, circa 1.300 chilometri a sud di Tokyo, in Giappone.
Nella notte fra il 14 e il 15 aprile si erano già verificate due scosse, rispettivamente di magnitudo 6.4 e 5.7, nel sud del Giappone, provocando il crollo di numerosi edifici e un blackout.
Secondo le autorità giapponesi, complessivamente si contano almeno 39 vittime e centinaia di feriti, 190 in gravi condizioni. Oltre duemila persone hanno ricevuto assistenza medica.
Circa 100mila abitazioni sono rimaste senza elettricità e 400mila senza acqua, secondo quanto riferiscono i media locali.
Il sistema di trasporti nella provincia ha subito gravi danni, con ponti e tunnel crollati e strade danneggiate o bloccate da frane. Il traffico su rotaia è stato bloccato e l’aeroporto di Kunamoto è stato chiuso.
Nessun danno è stato rilevato nelle tre centrali nucleari della zona.
Ventimila soldati sono arrivati nelle zone del sisma per le operazioni di soccorso e altri arriveranno nelle prossime ore. Si teme che ancora molte persone siano sepolte sotto le macerie.
L’esercito nella città di Mashiki, vicina all’epicentro, sta distribuendo cibo e acqua. I vigili del fuoco stanno consegnando teloni e coperte per la notte agli oltre 92mila cittadini evacuati dalle loro abitazioni.
“Sono previste forti venti e pesanti piogge durante la notte. Le operazioni di salvataggio saranno estremamente difficili… È una corsa contro il tempo”, ha detto il primo ministro giapponese Shinzo Abe.
Si è trattato del secondo terremoto più potente da quello di magnitudo 9 del 2011, che provocò il disastro nucleare di Fukushima.
Il Giappone è uno dei paesi più a rischio sismico del mondo.