Il 27 aprile il senatore del Texas e candidato alle primarie repubblicane per la Casa Bianca Ted Cruz, appena reduce da una sonora sconfitta subita dal magnate Donald Trump in tutti e cinque gli stati al voto il giorno prima, ha cercato di dare una svolta alla propria campagna annunciando che, in caso dovesse essere il candidato repubblicano alla Casa Bianca, sceglierebbe come proprio vice la manager Carly Fiorina.
Un gesto insolito, quello di un candidato considerato ormai considerato dai media sconfitto – seppur non ancora matematicamente -, oltre tutto il giorno seguente a quello che è stato accolto come un trionfo per il suo rivale principale, Donald Trump.
Il miliardario di New York, infatti, non si è limitato a vincere in tutti e cinque gli stati al voto (Rhode Island, Connecticut, Pennsylvania, Delaware e Maryland), ma in tutti e cinque ha superato il 50 per cento dei voti e si è saputo imporre in ogni singola contea.
Quello di Cruz di indicare un possibile vice per una carica alla quale è molto difficile pensare sarà candidato è stato dunque visto come un tentativo di riportare entusiasmo tra i suoi sostenitori, indicando tra l’altro il nome di una donna proveniente dal mondo delle aziende della Silicon Valley, fatto che può essere visto come un segnale di discontinuità per un candidato che con il passare dei mesi è diventato sempre di più il punto di riferimento dell’establishment del partito.
In realtà, la mossa di Ted Cruz è estremamente simile a quella fatta da Ronald Reagan nel 1976. L’ex presidente repubblicano era all’epoca semplicemente l’ex governatore della California e candidato alle primarie repubblicane contro il presidente uscente Gerald Ford.
Quando ormai tutti gli stati avevano designato i propri delegati, Reagan, che aveva un margine di svantaggio molto ridotto rispetto a Gerald Ford, annunciò che il suo vice sarebbe stato il senatore della Pennsylvania Richard S. Schweiker.
Il gesto avvenne nella speranza di tenere viva la propria candidatura fino alla convention del 1976, tenendo aperta la possibilità di essere il candidato repubblicano alla Casa Bianca qualora il presidente Ford fosse risultato più debole del previsto.
Quell’anno, Ford fu candidato a presidente, ma venne sconfitto dal democratico Jimmy Carter. Tuttavia, quattro anni dopo, Reagan vinse le primarie e sconfisse l’uscente Carter, venendo successivamente riconfermato nel 1984.
Oggi la condizione di Cruz in termini di delegati è molto più problematica rispetto a quella di Reagan nel 1976, tuttavia tenendo conto che mancano ancora diversi stati nei quali Donald Trump potrebbe ottenere un numero di delegati sufficiente per arrivare alla convention con un saldo comando.
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