Una poliziotta afghana incinta di otto mesi è stata uccisa dai talebani di fronte ai suoi familiari. La notizia è stata confermata da un numero non meglio precisato di testimoni che, loro malgrado, hanno assistito alla cruenta scena nelle scorse ore, ai microfoni della Bbc: i nuovi “padroni” dello Stato mediorientale hanno inviato una squadra di sicari a casa della donna e l’hanno uccisa dinnanzi ai suoi parenti a Firozkoh, capoluogo della provincia di Ghor, nelle zone rocciose del centro Afghanistan.
Banu Negar aveva 34 anni, era un’agente che lavorava nella prigione locale. Sui social locali, ripresi dalla Bbc, girano immagini delle macchie di sangue sul muro di casa e il suo viso, sfigurato dai proiettili.
Sembrano dunque venire già meno le promesse fatte dai talebani in occasione della conquista di Kabul. In tale circostanza, infatti, avevano assicurato che non avrebbero perseguitato in alcun modo i poliziotti e gli agenti fedeli al vecchio regime di Ashraf Ghani.
Si tratta dell’ennesimo segnale della crescente intolleranza nei confronti delle donne da parte di un regime che continua comunque a chiedere il riconoscimento e la collaborazione internazionale.