Talebani Abbiate paura Istruiremo ogni ragazza
Prima di narrare degli sforzi e i contributi di Malala Yousafzai a favore della pace in una zona di degrado, occupata da militanti ed estremisti, vorrei che i lettori si soffermassero sul concetto e sull’ideologia islamici di istruzione, sia maschile che femminile.
Si tramanda che il Surah 96 sia il primo capitolo mai rivelato del Sacro Corano. Ha inizio con il verbo ‘leggere’. Recita: “Leggi nel nome del Protettore, Colui che creò, che creò l’uomo da un coagulo di sangue. Leggi e renderai grazie a Lui, il Protettore, il Benefattore massimo: Lui insegnò attraverso la scrittura. Lui insegnò all’uomo ciò di cui l’uomo era all’oscuro”.
Il Sacro Profeta Maometto, che la pace sia con Lui, disse “Acquisire conoscenza è un vincolo che lega tutti i musulmani a prescindere che siano uomini o donne”. Questa è la prospettiva religiosa di tutti i musulmani nel seguire il Sacro Libro, il Corano, e i comandamenti del Santo Profeta Hazrat Maometto, che la pace sia con Lui. Il Santo Profeta disse anche: “A colui che viaggia in cerca della Conoscenza, che Dio gli mostri la via del Paradiso”. Quanto appena citato mostra chiaramente come l’Islam sia basato sul principio di istruzione universale.
Quando ero bambino, sul muro della mia scuola vidi scritto questo: “Acquisisci conoscenza dalla culla alla tomba ~ Santo Profeta”. E’ questo che mi spinge a raggiungere sempre il meglio nella mia istruzione. Questo è il punto di partenza del mio percorso e la ragione per cui sto portando a termine il Master. Crediamo fermamente che l’istruzione sia un’arma estremamente potente, in grado di guidare qualsiasi nazione dalle difficoltà al benessere, dall’oscurità alla luce, dall’abbattimento all’appagamento, dalla perversione alla compassione.
Malala Yousafzai, 14 anni, colpita e ferita, è ora un simbolo riconosciuto a livello mondiale della lotta a favore dell’istruzione femminile. Un tempo si pronunciò così: “Sono pronta a tutto. Al punto che se un terrorista venisse a uccidermi gli direi ugualmente che si sbaglia. Non mi arrenderei”. Parole schiette, segno di un coraggio esemplare.
Malala è il nome della lotta alla chiusura mentale, all’odio, all’intolleranza, alla violenza e alla militanza. Malala ha molta più importanza della cosiddetta maggioranza silenziosa perché Malala è un simbolo delle sfaccettature che può incarnare la resistenza autoctona, l’aspetto di maggiore vitalità nella lotta al pensiero estremista.
Si è battuta quando la sua scuola fu chiusa dai talebani. Non ha perso la speranza e ha atteso fiduciosa che la sua scuola venisse riaperta. Ha avuto fede e la riapertura è avvenuta. Si è sempre pronunciata a favore di tutte quelle ragazze e bambini costretti a non andare a scuola a causa di quel noto modo di pensare che causa solo privazione e discriminazione. Malala, coraggiosa figlia della sua nazione, si è ribellata a questo modo di pensare battendosi affinché a tutte le ragazze fosse garantita l’istruzione. Le sue azioni e pensieri sono guidate dai principi dell’Islam, principi che sottolineano il ruolo fondamentale dell’istruzione.
Malgrado tutto ciò, quei codardi dei talebani l’hanno attaccata per paura che lei rappresentasse una grande minaccia. Un viso pulito, senz’armi, come può essere un pericolo per un branco di barbari macellai estremisti? E invece può diventare sì una minaccia, perché una volta istruita secondo i dettami della sua religione, l’Islam, parlerà di diritti umani, di diritti delle donne, si batterà contro i crudeli credo degli estremisti che bruciano e seppelliscono vive ragazzine senza colpa. Si, Malala sarà un pericolo per loro perché sarà in grado di attirare l’attenzione del mondo sui massacri degli estremisti e lancerà il suo grido a favore dei diritti umani.
La maggioranza della popolazione del Pakistan è composta da donne. Come può la maggioranza del Paese essere ostaggio di tali preconcetti? Il popolo del Pakistan, le organizzazioni giovanili, il governo e tutte le parti coinvolte devono far sentire la propria voce a difesa dell’importante pilastro del genere umano: le ragazze.
Non viviamo più nell’età della pietra. Siamo nel XXI secolo e il genere umano è arrivato al punto di avere la capacità di esplorare nuovi pianeti e di determinare se ci sia vita su di essi; ciononostante il nostro pianeta continua a essere popolato da una forma di pensiero tale che non permette alle ragazze di avere un’istruzione.
Non si può risolvere un problema se in primo luogo non lo si riconosce. Condannare l’attacco subito da Malala sarà efficace solo se la condanna colpirà anche i committenti, che non cessano mai di venire allo scoperto.
L’intera nazione deve avere il coraggio di battersi per l’istruzione delle ragazze. Che ognuno di noi diventi Malala Yousafzai così che la lotta all’estremismo raggiunga il suo apice e i suoi rappresentanti vengano meno sotto il fuoco della repressione e del disgusto.
In conclusione, questo è il mio messaggio ai talebani e agli estremisti: noi terremo fede alla nostra religione e daremo un’istruzione a ogni ragazza e ragazzo. Abbiate paura quindi! Il nostro santo profeta – che la pace sia con Lui – disse: “Perseguite l’istruzione dal grembo di vostra madre alla tomba”.
Se pensate che promuovere l’istruzione nel nostro Paese ci renda pro-occidente e pro-America, pensatelo pure. Da parte nostra noi diffonderemo l’istruzione a tutti gli abitanti del Pakistan e del mondo intero! Sia fatta la volontà del Signore.
L’Islam predica pace e tolleranza e il diritto all’istruzione per gli uomini e le donne, indistintamente. Questo è l’Islam. Presto i vostri brutali progetti avranno fine e voi sarete giudicati davanti alla legge.
Cari lettori, per favore, pregate per la salvezza di Malala Yousafzai. Amen.
Dal blog di Syed Mahmood Kazmi per The Post Internazionale
Traduzione di Clementina Piazza