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    Dopo quattro mesi di stallo la Svezia ha un nuovo primo ministro

    Il primo ministro svedese Stefan Löfven

    Il premier ha dato vita a una nuova coalizione di minoranza che vede riuniti i Socialdemocratici e i Verdi, insieme al Partito di Centro e ai Liberali

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 18 Gen. 2019 alle 11:12 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:17

    Il 18 gennaio 2019, dopo quattro mesi di stallo, è stato eletto il nuovo primo ministro della Svezia.

    Si tratta del socialdemocratico Stefan Lofven, che ha assunto per la seconda volta il ruolo di primo ministro dopo aver ricevuto la fiducia da parte del Parlamento svedese.

    Lofven è riuscito a sbloccare la situazione di stallo che da quattro mesi paralizzava il mondo politico della Svezia dando vita a una nuova coalizione di minoranza che vede riuniti i Socialdemocratici e i Verdi, insieme al Partito di Centro e ai Liberali, che nella scorsa legislatura erano all’opposizione.

    Così facendo, il premier è riuscito ad evitare che gli ultra-nazionalisti Democratici svedesi andassero al governo. Tuttavia, secondo gli analisti, la presenza nella nuova coalizione del centro fa presagire che il prossimo governo si sposterà più a destra rispetto alla legislatura precedente, facendo alcune concessioni su temi come quello dell’immigrazione.

    Le elezioni – Il 9 settembre 2018 si sono tenute le elezioni legislative in Svezia. Il Partito socialdemocratico si era confermato prima forza politica del Paese, raccogliendo il 28,4 per cento dei voti, ma aveva subito un netto calo dei consensi rispetto alle elezioni precedenti.

    I risultati delle urne avevano messo in difficoltà la coalizione di centrosinistra, formata da Socialdemocratici, Verdi e Sinistra, che aveva ottenuto complessivamente il 40,6 per cento dei seggi: risultato insufficiente per avere fin da subito la maggioranza di governo.

    Le elezioni legislative del 2018 avevano segnato anche l’affermazione del partito di estrema destra Democratici svedesi, che aveva ottenuto il 17,6 per cento dei voti, registrando un forte balzo in avanti rispetto al 2014 anche se più contenuto rispetto alle attese.

    Secondo alcuni sondaggi diffusi nei mesi precedenti alle elezioni, i Democratici svedesi erano dati al 25 per cento, per cui in molti credevano che sarebbe diventato il secondo partito dopo i Socialdemocratici e che avrebbe avuto un peso non indifferente nella formazione del governo.

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