Padre Christian Carlassare, il più giovane vescovo del mondo, è rimasto ferito nella notte tra il 25 e il 26 aprile in un agguato compiuto da due uomini armati non identificati nella sua residenza a Rumbek, nel Sud Sudan. Il 43enne missionario comboniano, nominato da Papa Francesco soltanto l’8 marzo alla guida della diocesi in terra africana, è stato colpito da quattro colpi d’arma da fuoco alle gambe ma, pur avendo perso molto sangue, è fuori pericolo.
“Intorno alle 00:30 di ieri sera, due uomini armati sono giunti alla residenza del vescovo eletto e hanno bussato alla sua porta”, si legge in un comunicato emanato dalla Conferenza episcopale del Sud Sudan. Padre Carlassare “ha aperto innocentemente la porta e si è trovato davanti due uomini armati: un sacerdote che ha la stanza accanto a mons. Christian è uscito e ha chiesto cosa volessero quegli uomini dal vescovo eletto, ma il sacerdote ha ricevuto una serie di colpi di avvertimento per farsi da parte”.
Secondo la ricostruzione, “vista la situazione, mons. Christian ha cercato di rientrare nella sua stanza, quando gli hanno sparato colpendo entrambe le gambe”. Subito dopo l’agguato, Carlassare “è stato immediatamente ricoverato in una struttura sanitaria dove è stato prontamente assistito prima di essere trasferito nella capitale sud-sudanese Juba, “in attesa dell’evacuazione” nella capitale del Kenya, Nairobi.
Pur avendo perso molto sangue, riferisce l’organizzazione dei Missionari Comboniani in Italia, il vescovo originario di Vicenza “sta bene e non è in pericolo di vita”. Appena dopo l’attentato, Carlassare è stato infatti trasportato nell’ambulatorio dell’ong Medici con l’Africa Cuamm, che si trova molto vicino alla sua residenza. Il missionario, pur provato, è sempre stato cosciente. Secondo i Missionari Comboniani in Italia, “i medici hanno constatato che i quattro proiettili che lo hanno colpito non hanno toccato le ossa”. “Il religioso ha un gruppo sanguigno raro, ma grazie a Dio è stato possibile fare una trasfusione da un cooperante che possiede lo stesso gruppo”, si legge in una nota divulgata dall’organizzazione. “Questa mattina, dopo che le sue condizioni sono state stabilizzate, è stato portato a Juba dove verrà assistito in una struttura più attrezzata”.
“Ho appena parlato con Christian, e ho informato la famiglia”, dichiara Padre Fabio Baldan, provinciale dei Comboniani in Italia. “Christian li aveva già contattati personalmente per telefono ma mi ha chiesto di rassicurare tutti i confratelli che sta abbastanza bene; chiede la nostra preghiera non tanto per se stesso ma per la gente di Rumbek perché tanti stanno soffrendo più di lui”.
Al momento non sono chiari i motivi dell’agguato. Nessun dettaglio nemmeno sull’identità degli uomini armati responsabili dell’attacco. Non risultano altri feriti né agguati simili nelle ultime ore nell’area. Le forze di sicurezza, secondo i media locali, hanno arrestato almeno 24 persone dopo l’attentato.
Padre Christian Carlassare, la cui consacrazione da parte del Papa è prevista il prossimo 23 maggio 2021, guida la Diocesi di Rumbek, nata soltanto nel 1975 e amministrata in precedenza da Cesare Mazzolari, missionario comboniano deceduto nel luglio del 2011, una settimana dopo la dichiarazione dell’indipendenza del Sud Sudan. La sede vescovile insiste su un territorio a maggioranza dinka, una delle etnie più popolose del giovane Paese africano.
In precedenza, Carlassareaveva lavorato nelle terre abitate da un altro importante gruppo etnico del Paese, i nuer. “Probabilmente a qualcuno non andava giù che un giovane venuto da lontano e che avesse lavorato per quindici anni con l’altro gruppo etnico preponderante nel paese, i Nuer, fosse stato scelto proprio per guidare la Diocesi”, si legge su Nigrizia, il mensile dei missionari comboniani dedicato al continente africano e agli africani nel mondo.