L’accordo di pace siglato ad agosto del 2015 tra governo e ribelli in Sud Sudan per porre fine alla guerra civile iniziata nel 2013 rischia di essere seriamente compromesso dopo che il paese non è riuscito a formare un governo di transizione.
Migliaia di persone sono state uccise e milioni sono stati costretti ad abbandonare le loro case dall’inizio della guerra civile nel 2013, quando il presidente Salva Kiir accusò l’allora vice-presidente Riek Machar di aver organizzato un colpo di stato.
La formazione di un nuovo governo di transizione, previsto per il 22 gennaio, è un elemento centrale dell’accordo di pace. Ora, se non si raggiunge un compromesso tra i due schieramenti, quell’accordo rischia di saltare.
Il principale punto di disaccordo per cui non è stato ancora formato un governo di transizione riguarda la suddivisione tra ribelli e governo delle nomine per i ministeri.
Secondo l’accordo, il partito del presidente Kiir avrebbe dovuto ottenere 16 ministeri , tra cui quello dell’Istruzione, delle Finanze e della Difesa, mentre i ribelli 10, tra cui l’interno e la gestione del petrolio e della terra.
Il presidente sud-sudanese Kiir – che si è detto da sempre scettico sull’accordo di agosto – ha nominato 28 nuovi governatori in seguito alla sua decisione di incrementare il numero delle province del Sud Sudan da 10 a 28.
I rappresentanti dei ribelli sono arrivati nella capitale del paese, Juba, per tentare di trovare un compromesso e raggiungere la formazione.
Circa quattro milioni di persone rischiano di morire di fame nel paese.