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    Per avere successo l’impegno conta più del talento

    Secondo un libro appena uscito, il talento innato ha poco a che fare con il successo di una persona, che invece è molto più legato al proprio grado di dedizione

    Di TPI
    Pubblicato il 28 Giu. 2016 alle 17:40 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:54

    Secondo un libro uscito da poco intitolato Peak: Secrets from the New Science of Expertise, di Robert Pool e Anders Ericsson, il talento innato ha poco a
    che fare con il successo di una persona, che invece è molto più legato alla
    propria volontà di dedicarsi anima e corpo al raggiungimento di un fine.

    I due autori partono da uno studio, ormai divenuto classico, dello psicologo Benjamin Bloom che si dedicò a studiare un gruppo di cosiddetti
    “top performer” di sei diversi settori: nuoto, tennis, pianoforte, scultura,
    matematica e neuroscienze. Ciò che emerse da questo studio fu che, da ragazzi, tutti questi campioni avevano avuto il forte supporto
    di almeno un adulto, qualcuno che li aveva incoraggiati sulla base del fatto
    che avevano delle qualità innate superiori agli altri.

    Quando Bloom però studiò più a fondo il passato di queste
    persone di successo nei rispettivi campi, scoprì che per nessuno di loro esisteva
    qualche prova del fatto che fossero particolarmente dotati rispetto alla media
    prima di iniziare ad impegnarsi seriamente per migliorarsi sempre di più.

    Questo perché, secondo Pool e Ericsson, la connessione tra “talento
    innato” e successo nella vita è molto più blanda di quanto si creda, e per tanti che, supportati da un mentore, riescono a raggiungere grandi risultati,
    ce ne sono moltissimi altri che invece non riescono a sfondare. 

    La differenza starebbe quindi nell’impegno messo dalla
    persona nella propria attività di riferimento, che come per l’effetto placebo
    in campo medico, potrebbe sentirsi più spronato a migliorarsi dal momento in cui crede di
    essere già molto bravo in un certo campo. Solo dopo anni di duro
    lavoro e allenamento, quel “bambino prodigio” manterrà davvero le promesse,
    anche se inizialmente il suo talento non era magari così evidente come gli era
    stato fatto credere dai genitori o dai mentori che lo hanno incoraggiato.

    È quindi molto, molto importante che una figura adulta
    supporti un bambino nel riuscire in una determinata attività, e il continuo
    feedback tra mentore e allievo è la forma più efficace per migliorarsi costantemente.

    Tuttavia questo non accade sempre. Infatti, non sempre i genitori sono disposti
    a impegnarsi a questo livello, oppure i figli non hanno
    abbastanza determinazione per credere nelle proprie possibilità e superare i
    sacrifici necessari per arrivare ai massimi livelli.

    Con il giusto tipo di esercizio, dunque, praticamente
    chiunque può sviluppare abilità incredibili.

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