Per anni abbiamo creduto che gli esseri umani fossero la specie più evoluta sul pianeta, soprattutto per le potenzialità del cervello. Per gli altri sensi, invece, il primato spettava ad altri animali. Ad esempio, le aquile sono famose per la vista e i cani per l’olfatto.
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Ma proprio sulla capacità di percepire gli odori uno studio del neurobiologo della Rutgers University John McGann, pubblicato sulla rivista Science, dimostra che abbiamo sempre sottovalutato le potenzialità del naso umano.
Se messo a confronto con quello dei topi, per esempio, l’olfatto degli uomini sembra essere molto più sensibile al loro, generalmente considerato superiore. Le analisi scientifiche dimostrano che in realtà i mammiferi hanno un odorato abbastanza simile e, comunque, gli esseri umani sono mediamente dotati da questo punto di vista.
Siamo in grado di percepire l’odore di particelle di appena due atomi e possiamo identificare mille miliardi di odori diversi. Quello della presunta debolezza dell’olfatto umano è quindi solo un mito nato nel diciannovesimo secolo e che gli scienziati hanno intenzione di sfatare.
La convinzione risale agli studi dell’anatomista francese Paul Broca che dall’analisi del cervello umano aveva notato che l’area destinata alla decodifica degli odori era più piccola rispetto a quella di altri animali. A partire da questa considerazione qualsiasi prova che dimostrasse il contrario è stata ignorata, mentre la credenza iniziale si è rafforzata sempre di più.
Un altro studio nel 2006 aveva cercato di contestare questa affermazione facendo annusare delle tracce sul terreno a degli esseri umani e mettendo poi a confronto la loro performance con quella dei cani. E il risultato non era affatto negativo per gli uomini.
Gli scienziati hanno dimostrato che gli uomini sono in grado di percepire meglio gli odori di alcune sostanze chimiche rispetto a scimmie o roditori che invece riescono meglio con altre sostanze. I motivi di questa differenziazione sarebbero legati all’evoluzione.
Non c’è quindi una gerarchia tra le varie specie animali. C’è solo una maggiore capacità di riconoscere le varie sostanze che incontriamo nella nostra vita quotidiana.
Anche per quanto riguarda la dimensione della sede cerebrale deputata agli odori, se è vero che la dimensione nell’uomo è più contenuta rispetto agli altri animali, i ricercatori hanno potuto dimostrare che il numero di neuroni impiegato è più o meno lo stesso per tutti i mammiferi.
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