Un piccolo debito diventato un incubo. Agli aguzzini non era bastato minacciare di morte la famiglia, erano andati oltre. Avevano scaricato dai social le foto della figlia minorenne del debitore, le avevano photoshoppate rendendole pornografiche e le avevano inviate a tutti i suoi contatti. Per poi scriverle: “Sei in pericolo di vita, e la colpa è di tuo padre”.
La storia arriva da Khabarovsk, Russia. Un padre single, con una madre e una figlia da mantenere e solo piccoli lavori saltuari, era stato costretto a rivolgersi a un’agenzia di prestiti.
Debito – L’agenzia però praticava tassi da usurai, e aveva dei metodi un po’ brutali per ottenere la riscossione dai clienti più in difficoltà.
L’uomo non aveva contratto un grosso debito, l’equivalente di appena 250 euro da restituire in tante piccole rate con degli interessi molto alti. Ma non era stato in grado di restituire il denaro.
Così gli addetti al recupero crediti hanno iniziato a fare pressioni sulla famiglia. Le chiamate, i messaggi, le minacce di morte. Fino alle foto.
Foto – L’agenzia di recupero crediti ha iniziato a scaricare le foto della figlia minorenne e modificarle con estrema cura, rendendole pornografiche, ma soprattutto credibili.
“Ho sentito dai miei amici che stavano circolando foto mie porno – ha raccontato la ragazza agli investigatori – e anche se erano finte, ho avuto una crisi isterica”.
Quando ha scoperto che le immagini stavano facendo il giro dei suoi contatti, la ragazza ha avuto un malore ed è stata portata in ospedale. Ma l’agenzia non si è limitata alle foto: ha ripreso a minacciare lei e la nonna.
“La tua vita sarà insopportabile”, “Chiedi a tuo padre perché non sta pagando e si sta nascondendo dietro di te”, “Spero tu capisca quanto la situazione sia seria”. I messaggi la perseguitavano.
Minacce – A casa arrivavano chiamate a ogni ora del giorno e della notte. Fino alla minaccia di morte alla mamma dell’uomo: “Tanya, ti bruceremo viva”.
Disperato, era poi stato contattato dai creditori per raggiungere un accordo. “Se ripagherai il debito, i nostri uomini verranno puniti, mi scuserò personalmente con tutte le persone che hanno ricevuto le foto e la vita di tua figlia tornerà a essere normale”.
La vicenda è quindi finita sui giornali e le televisioni locali, portando all’apertura di un’inchiesta da parte della polizia che ha sequestrato computer e documentazione dell’agenzia di prestiti.
I responsabili rischiano fino a 10 anni di carcere per aver prodotto pornografia che coinvolgeva una minorenne e per le intimidazioni.
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