Nella notte tra il 5 e il 6 maggio è stata raggiunta una tregua tra Israele, che aveva già schierato l’esercito lungo la Striscia, e Hamas.
Il cessate il fuoco arriva dopo due giorni di tensione nella regione che hanno causato la morte di 21 palestinesi e 4 israeliani a causa del lancio di razzi dalla Striscia e dei pesanti bombardamenti dell’aviazione dello Stato ebraico.
Intorno alle 6 (ora italiana) Israele ha annunciato “il ritorno ala normalità nelle retrovie” e ha dato istruzione ad alcuni comuni vicini a Gaza a prepararsi oggi a un graduale ritorno alla normalità. Le scuole che si trovano invece nel Sud di Israele in un raggio di 40 chilometri dalla Striscia saranno chiuse anche lunedì 6 maggio.
La radio militare ha anche specificato che le brigate schierate al confine il giorno prima non saranno richiamate.
Al raggiungimento della tregua ha contribuito da una parte la pressione delle cancellerie internazionali e dall’altra l’Egitto, che ha mediato tra le due parti.
“Gli Stati Uniti sostengono Israele al 100 per cento nella difesa dei suoi cittadini”, aveva twittato il presidente Donald Trump, parlando indirettamente anche a Gaza. “Gli atti terroristici contro Israele non porteranno nulla se non ulteriore miseria. Basta con la violenza e lavorare per la pace, ci può essere”.
Due giorni di tensione – Il 4 e il 5 maggio Israele e Gaza sono arrivate all’orlo di un nuovo conflitto: una tensione così alta non si vedeva dal 2014, anno dell’operazione israeliana nota come Margine protettivo.
La scintilla che ha fatto degenerare una situazione sempre tesa a causa dell’embargo imposto da Israele ed Egitto sulla Striscia e a cui i cittadini di Gaza rispondono da un anno con proteste lungo il confine è stato il ferimento di due soldati israeliani.
I militari sono stati raggiunti dai colpi sparati da un cecchino appostato sul confine e per tutta risposta Israele ha dato il via ad un primo raid in cui sono morte quattro persone, due delle quali militanti di Hamas.
Il movimento che controlla la Striscia ha iniziato poi a lanciar razzi contro Israele, colpendo principalmente la città di Askhelon, nel sud del paese, e uccidendo un uomo di 58 anni.
Il botta e risposta tra Israele e Hamas è andato avanti per tutta la giornata del 5 maggio, con perdite molto più pesanti sul versante palestinese, dove a perdere la vita sono stati anche due donne incinte e una bambina di 14 mesi.
Le reazioni internazionali – Il presidente francese Emmanuel Macron ha condannato il lancio di razzi da Gaza contro Israele, chiedendo anche che il “ciclo di violenze cessi”. “La Francia sostiene la mediazione dell’Onu e dell’Egitto. Io riaffermo il diritto d’Israele alla sicurezza e la legittimità delle aspirazioni del popolo palestinese”.
Gli Stati Uniti hanno preso subito le difese del loro alleato israeliano, che ha ricevuto il sostegno anche dell’Onu e del ministro dell’Interno e degli Esteri italiano.
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