La Svizzera ha avviato una stretta dei controlli di polizia alla frontiera con l’Italia, a causa del crescente numero di migranti che vogliono attraversare il paese elvetico per raggiungere la Germania e il nord Europa.
Sulle strade di Como, città lombarda situata proprio al confine svizzero, circa 450 giovani africani, molti dei quali bambini non accompagnati, si sono accampati da lunedì 8 agosto.
Da allora, la situazione nel capoluogo lariano è bloccata, in quanto ogni giorno la polizia svizzera riporta in Italia centinaia di migranti che tentano di oltrepassare la frontiera. Basti pensare che, solo nell’ultimo mese, circa 7.500 migranti hanno provato ad arrivare in Svizzera.
Per questo motivo, Como, e in particolare la stazione dei treni, sta diventando un luogo di rischio per i bambini migranti che viaggiano da soli.
Amnesty International avvisa: “Siamo preoccupati per i rapporti sui minori non accompagnati che vengono rimandati in Italia al confine svizzero, impedendogli di ricongiungersi con i familiari in Svizzera. Se un minore ha membri della sua famiglia in Svizzera, la richiesta d’asilo deve essere processata”.
Per Amnesty International, non rispettare il diritto dei minori al ricongiungimento familiare è incompatibile con la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia.
Ben due terzi dei circa 7500 migranti che hanno tentato di raggiungere la Svizzera sono stati rimandati indietro. A inizio 2016, veniva bloccato solo un settimo dei profughi in viaggio dall’Italia verso nord.
Nelle ultime settimane la preoccupazione è aumentata perché, secondo le autorità svizzere, c’è stato un drastico aumento del flusso di profughi da Eritrea, Gambia, Etiopia, Somalia e Nigeria.
In totale, le guardie frontaliere svizzere hanno fermato 8298 persone da inizio 2016, rispetto alle 3526 totali del 2015.
Più di 22mila migranti illegali sono stati trovati in Svizzera da inizio anno ed è stato impossibile risalire all’identità di 1.284 di loro.
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