La storia di Ariana Austin e Joel Makonnen ricorda un po’ una favola. Lei, trentatreenne afro-americana, borghese, e lui, nipote di Haile Selassie, l’ultimo imperatore dell’Etiopia. Si incontrano in una discoteca, si innamorano, ma lei non sa delle origini nobili di lui. E come ogni favola che si rispetti, alla fine si sposano (e magari vivranno felici e contenti).
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Le nozze si sono tenute il 9 settembre scorso negli Stati Uniti, durante una cerimonia iniziata alle undici del mattino e che si è svolta in due diversi stati Usa. Dopo la celebrazione, avvenuta secondo le modalità ortodosse etiopi, che ha coinvolto tredici preti, si è tenuto un ricevimento formale con 307 ospiti e pietanze tipiche del paese d’origine dello sposo.
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I due si erano conosciuti in discoteca, quando lei ancora aveva 21 anni ed era in compagnia di un’amica. Lui si era avvicinato, iniziando a parlarle con una scusa, e dopo soli cinque minuti aveva esordito dicendo “tu diventerai la mia ragazza”, senza però rivelarle le sue origini reali.
La storia è andata avanti per più di dieci anni fino al matrimonio, con alti e bassi dovuti al fatto che entrambi volevano costruire una propria carriera, essendo molto ambiziosi.
Alla fine però sono rimasti insieme e si sono stabiliti a Washington, dove lei lavora presso Executives’ Alliance for Boys and Men of Color, un’associazione filantropica, e lui nel dipartimento legale di Otsuka America Pharmaceutical.
La famiglia di Joel Makonnen fa parte della dinastia Salomonica, cioè della casa reale etiope, che discenderebbe direttamente da Re Salomone e dalla Regina di Saba e costituisce quindi la casata più antica esistente al mondo. Il nonno del principe era stato deposto nel 1974 durante una guerra civile.
Come la coppia riporta sulla pagina web del loro matrimonio, la loro unione è frutto dell’incontro fra “aristocrazia del Vecchio mondo e fascino del Nuovo mondo”.