Dal 2021 potremmo entrare in un supermercato e non trovare più piatti, cannucce in plastica, oltre a posate, cotton fioc, miscelatori per bevande e bastoncini per palloncini. Insomma, tutti quei prodotti mono uso di cui ci serviamo praticamente ogni giorno verranno messi al bando nei paesi dell’Unione europea.
Entro il 2021 dovranno essere vietati nell’Ue le posate di plastica monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), i piatti di plastica monouso, le cannucce di plastica, i bastoncini cotonati fatti di plastica, i bastoncini di plastica per palloncini, le plastiche ossi-degradabili e i contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso.
La norma approvata dall’Europarlamento il 27 marzo 2019 e dal Consiglio Ue il 21 maggio impone una raccolta del 90 per cento per le bottiglie di plastica entro dieci anni, e impone che entro il 2025 il 25 per cento delle bottiglie dovrà essere composto da materiali riciclati. A partire dal 2030 poi la quota dovrà salire al 30 per cento.
Saranno inoltre messi al bando i prodotti di plastica monouso per i quali sono facilmente disponibili soluzioni alternative. Tutti questi prodotti dovranno essere fabbricati esclusivamente con materiali sostenibili, mentre per quegli articoli per cui non esistono alternative valide verrà chiesta la riduzione d’uso.
Gli Stati membri dovranno farsi carico della riduzione dell’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica. Questo mettendo a disposizione prodotti alternativi presso i punti vendita, o impedendo che i prodotti di plastica monouso siano forniti gratuitamente.
Parte della responsabilità cade sui produttori, i quali dovranno rispettare requisiti di progettazione ed etichettatura e sottostare a degli obblighi di gestione e bonifica dei rifiuti. Con queste nuove norme l’Europa è la prima a intervenire incisivamente su un fronte che ha implicazioni mondiali.
L’obiettivo è fissato per il 2025, quando gli Stati membri dovranno raccogliere il 90 per cento delle bottiglie di plastica monouso per bevande, ad esempio, introducendo sistemi di cauzione-deposito (sistemi già esistenti in alcuni paesi).
Un’attenzione particolare da parte dell’Europarlamento è riservata all’attrezzatura da pesca, che rappresenta il 27 per cento dei rifiuti che si ritrovano sulle spiagge. La Commissione punta a introdurre regimi di responsabilità del produttore per gli attrezzi da pesca che contengono plastica: i produttori dovranno, infatti, prendersi carico dei costi della raccolta quando questi articoli sono dismessi e conferiti agli impianti portuali di raccolta, oltre ai costi del successivo trasporto e trattamento.
A tutto questo, gli Stati dovranno affiancare programmi di sensibilizzazione alla causa. Gli Stati membri saranno chiamati, infatti, a promuovere campagne per sensibilizzare i consumatori all’incidenza negativa della dispersione nell’ambiente dei prodotti in plastica – che costituiscono il 70 per cento dei rifiuti in mare – e dei sistemi di riutilizzo disponibili, passando per le migliori pratiche di gestione dei rifiuti per questi prodotti.
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