Lo chiamano letteralmente “stiramento dei seni” e viene praticato con strumenti comuni come un vecchio ferro da stiro, ma anche pestelli, spatole o semplicemente delle pietre. Questi vengono fatti arroventare in un braciere acceso e una volta caldi, vengono premuti con forza sui petti delle ragazze al fine di appiattirne il seno in via di sviluppo.
Si tratta di un’usanza radicata in molti villaggi del Camerun, in Africa, ma è stata definita da molte organizzazioni per la difesa dei diritti umani una vera e propria tortura non dissimile dall’infibulazione.
“La frase che ti ripetono ossessivamente è non urlare, lo facciamo per il tuo bene. Non ho ancora avuto il coraggio di parlarne con i miei figli. Tre giorni fa uno di loro mi ha chiesto ‘Mamma perché hai il seno piccolo?’ Gli ho risposto che non sapevo. Ho anche una bambina di sei anni, ma non sono ancora pronta ad affrontare con lei questo discorso. Quando ho avuto i miei figli, l’unica cosa che desideravo era allattarli, ma non ho potuto”, ha raccontato Carol, una ragazza camerunense di 28 anni.
L’intento di questa pratica che si tramanda di generazione in generazione – dalle nonne alle madri alle figlie – è quello di evitare che le giovani ragazze possano avere i primi rapporti sessuali, rendono i loro corpi meno attraenti per gli uomini. La famiglia teme che la propria figlia non finisca la scuola se incontra un uomo che la desidera, e possa incorrere in una gravidanza precoce.
Nella maggior parte dei casi, l’appiattimento viene effettuato dalle donne adulte della famiglia (nonne e madri) e coinvolge principalmente le bambine di età variabile tra gli otto e i dodici anni. Questa pratica viene inflitta lontano da occhi indiscreti, fra le mura domestiche, e spesso ci si serve del supporto di un guaritore.
Il processo di appiattimento dei seni inizia quando la ragazza attraversa la fase dello sviluppo. Per molte di loro, la pubertà comincia all’età di otto o nove anni. Questa pratica viene effettuata in diversi modi. Alcune bambine sono costrette a indossare forzatamente delle bende elastiche ben strette intorno al petto. Le devono portare anche durante la notte, e non soltanto di giorno.
(Qui sotto una pietra viene fatta riscaldare sul fuoco, prima di procedere allo stiramento dei seni. Credit: Reuters)
Questa è la versione meno dolorosa. Ma la tecnica maggiormente impiegata è quella di massaggiare con forza i seni con strumenti bollenti. La convinzione derivata da questo processo è che il calore emanato da questi strumenti premuti sul petto delle ragazze sia in grado di sciogliere il grasso intorno ai seni, sgonfiando le mammelle.
Sul lato prettamente fisico, le conseguenze possono essere devastanti in quanto espongono le vittime a cisti o peggio, al cancro al seno. Su quello psicologico, queste giovani donne crescono con enormi complessi e traumi. Secondo un rapporto diffuso qualche anno fa da un’organizzazione non governativa, una ragazza su dieci in Camerun è stata sottoposta allo stiramento del seno.
Nel corso della crescita, queste giovani donne sviluppano un rapporto particolare con il proprio corpo. Soffrono quotidianamente, non riescono a mostrarsi nude davanti ai loro fidanzati o ai loro mariti. Con il passare del tempo il dolore fisico svanisce, ma non il trauma psicologico. Molte di loro confessano di provare timore quando un uomo sfiora loro il petto.
Altre desiderano ricorrere alla chirurgia estetica e plastica, ma sono costrette a rinunciarvi per la mancanza di mezzi economici. Oltre al desiderio di indossare un abito carino o mostrare la propria femminilità, queste donne patiscono una sofferenza ancora più deleteria: in molti casi non possono allattare i propri figli e questo provoca ulteriori difficoltà.
Un fotoreporter francese, Gildas Parè, che ha viaggiato in Camerun e ha documentato attraverso una serie di scatti i volti di queste donne vittime di una pratica disumana, ha raccontato storie terribili. Come quella di una donna che da bambina aveva subito lo stiramento dei seni, praticato con una spatola, e dopo con una pietra. In seguito, venne violentata e data in sposa a un uomo senza il suo consenso e a quattordici anni partorì il suo primo bambino.
“La cosa assurda è che non potendo allattare e non avendo la possibilità di reperire biberon e latte, non sempre disponibili sul mercato locale, la ragazza venne sottoposta a una pratica terrificante: i suoi capezzoli furono punti da formiche nel tentativo di stimolare la produzione di latte”, ha riferito il fotoreporter.
Le Nazioni Unite hanno inserito la stiratura del seno nel novero dei crimini più diffusi contro le donne. Una pratica disumana che avviene nel segreto tra madri, figlie e nonne. Dolori, piaghe profonde e cicatrici che non andranno mai più via. Ma le bambine vengono rassicurate dalle mamme che ci sono passate prima di loro.
“Quando il mio seno ha iniziato a svilupparsi, le persone in casa mia hanno cominciato a parlarne. I vicini, gli amici di mia madre e gli anziani. Ne parlavano così tanto! Ho iniziato a provare vergogna visto che tutti ne parlavano. Alla fine mia madre decise di stirare i miei seni, perché altrimenti avrei attirato gli uomini e uno mi avrebbe messa incinta. Dovevamo uccidere quei seni, secondo mia madre. Ha preso una roccia, l’ha scaldata e l’ha passata su tutto il petto. La cosa andò avanti per settimane. I seni sono ciò che rende una donna bella. Oggi me le sento flaccide e faccio perfino fatica a stare in piedi”, ha raccontato una giovane donna di 28 anni.
Fino a 3,8 milioni di bambine in tutto il mondo sono vittime di questa pratica, ma secondo le Nazioni Unite lo stiramento del seno è particolarmente diffuso nelle nazioni dell’Africa occidentale, in Camerun, in Guinea-Bissau, in Ciad, in Togo e in Benin.
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