Nella giornata di giovedì 19 novembre, l’Assemblea Nazionale francese ha approvato a larga maggioranza la proroga dello stato d’emergenza fino al 25 febbraio 2016. Il presidente francese François Hollande ha inoltre dichiarato di voler modificare la Costituzione inserendo nel testo lo stato d’emergenza e aumentando i poteri del Presidente per farvi ricorso.
Abbiamo riassunto punto per punto quali sono le conseguenze principali dello stato d’emergenza:
– Lo stato d’emergenza, che dovrebbe essere applicato su tutto il territorio metropolitano e anche sui territori oltremare, darà ai prefetti il potere di “limitare la circolazione delle persone e dei vicoli” nelle zone sotto stato d’emergenza.
– Il ministro degli Interni e i prefetti potranno monitorare e arrestare chiunque cerchi di opporsi alle misure adottate dalle autorità. A partire dalla notte degli attentati di Parigi, avvenuti lo scorso 13 novembre, la Francia ha già messo sotto custodia cautelare più di 100 persone.
– Le misure eccezionali dello stato d’emergenza autorizzeranno le autorità amministrative a condurre perquisizioni, di giorno e di notte, in maggiore autonomia dai giudici.
– Le autorità potrebbero proibire o annullare qualsiasi tipo di manifestazione e aggregazione pubblica se ritenute pericolose. Già nella giornata di mercoledì 18 novembre il ministro degli Esteri francese ha annullato le due marce che avrebbero dovuto tenersi durante il vertice sul cambiamento climatico di Parigi per “motivi di sicurezza”.
– Il ministro degli Interni potrebbe controllare la stampa, limitandone dunque la libertà.
– I poliziotti potranno portare e utilizzare armi da fuoco anche se non in servizio e senza indossare i giubbotti antiproiettile. Il capo della polizia nazionale francese ha dichiarato che, poiché vige lo stato d’emergenza, i poliziotti si potranno attenere a questa direttiva.
– Il diritto alla privacy dei dati personali online potrebbe essere messo a rischio. Le autorità americane hanno chiesto alle aziende di creare un accesso “backdoor” dei computer, ovvero un meccanismo che permette di accedere ai dati del computer aggirandone la sicurezza, garantendo ai sistemi di sorveglianza di leggere i messaggi criptati.
Le autorità francesi e americane sono infatti convinte, nonostante non vi siano prove evidenti, che gli attentatori di Parigi si siano coordinati tramite dei messaggi criptati sulle applicazioni.
Secondo gli esperti della sorveglianza porre degli accessi “backdoor” non aiuterà a scovare o fermare i terroristi. Infatti, se il governo iniziasse a sorvegliare una delle applicazioni utilizzate, ai terroristi basterebbe cambiare piattaforma. Inoltre, creare degli accessi per leggere i messaggi criptati renderebbe più facile l’accesso ai network per attori non governativi come gli hacker o governi stranieri.
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