Poche ore dopo aver evocato l’inizio di una “guerra civile” in Russia, il capo della compagnia mercenaria Wagner, Evgenij Prigozhin, ha fermato i suoi uomini quando erano ormai ad appena 200 chilometri da Mosca. “Ci fermiamo e torniamo alle basi. Torniamo in Ucraina”, ha annunciato Prigozhin in un messaggio audio spiegando di voler “evitare un bagno di sangue” e di aver accettato la mediazione del presidente bielorusso Alexandr Lukashenko per porre fine alla crisi iniziata con l’occupazione della città di Rostov-sul-Don. Un tentato golpe dei cui preparativi, secondo il Washington Post, gli Stati Uniti erano a conoscenza già da qualche giorno.
“Le agenzie di intelligence statunitensi sapevano che il leader del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, stava pianificando una rivolta contro l’establishment militare russo da metà giugno”, ha scritto il Washington Post che poi ha inoltre aggiunto che Vladimir Putin sarebbe stato informato “almeno 24 ore prima” della volontà del capo della Wagner, Evgenij Prigozhin, di mettere in atto un tentativo di ribellione in Russia.
“Gli Stati Uniti continueranno a coordinarsi strettamente con gli alleati e i partner”, ha scritto su Twitter il segretario di Stato americano, Antony Blinken, che nelle scorse ore ha parlato con l’omologo polacco Rau Zbigniew per discutere degli sviluppi in Russia.
“Prigozhin ha umiliato Putin/Stato e ha dimostrato che in Russia non esiste più il monopolio della violenza legittima”, ha ironizzato invece Mykhailo Podoliak, consigliere della presidenza ucraina.