Gli Stati Uniti riconoscono il genocidio armeno
Il 30 ottobre la Camera degli Stati Uniti ha approvato una risoluzione in cui riconosce formalmente il genocidio armeno compiuto dall’impero ottomano tra il 1915 e il 1923.
Il testo è stato approvato con una maggioranza quasi totale (405 voti favorevoli su 435) invitando a “commemorare il genocidio armeno e a rifiutare i tentativi di associare il governo americano alla sua negazione”. La risoluzione segue quella di un’altra trentina di Paesi, tra cui l’Italia, e di 49 dei 50 Stati Usa, dove vivono due milioni di americani di origine armena.
Gli storici stimano che in quegli anni furono uccisi tra 1,2 e 1,5 milioni di armeni ma il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha reagito con rabbia alla decisione della Camera dichiarandola “il più grande insulto al popolo turco”. “Questa risoluzione non ha alcun valore, non la riconosciamo”, ha aggiunto. La Turchia infatti non accetta la definizione di “genocidio”, e nega che ci sia stata la pianificazione di uno sterminio etnico degli armeni: la posizione del governo turco è che si tratti semplicemente di vittime da inquadrare nell’ambito del conflitto della prima guerra mondiale.
Lo stesso giorno la Camera ha approvato anche una seconda risoluzione in cui chiede a Donald Trump di imporre sanzioni e altre restrizioni alla Turchia e ai suoi dirigenti per l’offensiva nella Siria settentrionale contro i curdi, alleati degli Usa. Sulle due risoluzioni dovranno esprimersi ora il Senato e il presidente degli Stati Uniti.
Barack Obama, prima di essere eletto nel 2008, si era impegnato a riconoscere il genocidio armeno ma alla fine il timore di irritare l’alleato Nato lo fece desistere dal procedere.