Il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan nelle scorse ore ha chiamato Francesco Talò, consigliere diplomatico di Giorgia Meloni. Una telefonata per parlare del conflitto in Ucraina. In particolare della mini-tregua promessa da Mosca per il Natale ortodosso e dell’urgenza di nuove e più complesse forniture militari che gli alleati devono assicurare a Kiev nei prossimi mesi.
Secondo fonti diplomatiche a Washington, gli Stati Uniti starebbero premendo su Roma affinché fornisca al più presto lo scudo anti missile all’Ucraina, necessario per difendere Kiev. Quindi innanzitutto – secondo quanto riporta La Repubblica – il sistema Samp-T. Una promessa avanzata informalmente a livello politico, nelle scorse settimane.
“I due funzionari – ha sottolineato la Casa Bianca – hanno condannato l’aggressione in corso della Russia, compresi i suoi attacchi contro le infrastrutture critiche. Hanno ribadito il loro impegno a fornire assistenza all’Ucraina, il sostegno alla resilienza energetica e all’equipaggiamento militare necessario per difendere la sovranità e la democrazia del Paese”.
Il 20 gennaio si riunirà nuovamente il format dei Paesi alleati nella base aerea americana di Ramstein, in Germania. Lì saranno coordinati gli sforzi bellici occidentali a favore di Kiev. Roma, sul punto, deve accelerare: se infatti Germania e Stati Uniti hanno già annunciato l’invio congiunto di mezzi corazzati – e i francesi hanno fatto lo stesso poche ore prima – l’Italia non ha ancora varato il sesto decreto. Washington preme per completarlo in fretta, sia pure garantendo la discrezione richiesta dall’esecutivo Meloni su un punto così delicato.