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    Gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni contro la Corea del Nord

    Le sanzioni colpiscono due funzionari del regime, attivi nello sviluppo del programma missilistico. La Russia però è in disaccordo e prova a mediare

    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 27 Dic. 2017 alle 11:25 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 00:26

    Gli Stati Uniti hanno annunciato di voler adottare nuove sanzioni contro la Corea del Nord.

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    Nello specifico, le misure restrittive andranno a colpire due funzionari del regime di Kim Jong-un, considerati figure strategiche nello sviluppo del programma missilistico del paese.

    I due funzionari sono Kim Jong-sik e Ri Pyong-chol. Il primo si occupa della conversione dei combustibili che vengono utilizzati per i missili, il secondo è tra i responsabili del programma che dovrebbe portare in dotazione alla Corea del Nord dei missili balistici intercontintali.

    In particolare, verranno bloccate tutte le proprietà che i due funzionari detengono negli Stati Uniti, e verrà proibito a qualsiasi cittadino americano di fare affari con loro.

    Questi provvedimenti seguono di pochi giorni le sanzioni annunciate venerdì 22 dicembre dalle Nazioni Unite contro la Corea del Nord, in risposta la test missilistico eseguito dal regime di Kim il 29 novembre.

    La Corea del Nord ha definito le sanzioni dell’Onu un atto di guerra, equivalente ad un blocco totale delle attività economiche del paese.

    Questi ultimi provvedimenti dell’amministrazione Trump si inseriscono dunque in un tentativo di accerchiare il regime di Kim da un punto di vista diplomatico ed economico.

    Una strategia che, a quanto pare, non trova l’appoggio della Russia. Il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, infatti, in una telefonata al Segretario di Stato americano Rex Tillerson ha sottolineato la necessità di non forzare la mano e di cercare il dialogo con Kim.

    La Russia si è dichiarata pronta ad agire da mediatrice tra Stati Uniti e Corea del Nord. Lavrov ha stigmatizzato la retorica aggressiva di Trump affermando che gli Stati Uniti dovrebbero essere i primi ad intraprendere la strada del dialogo.

    Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha affermato che “è palese lo sforzo della Russia per aprire la strada ad una de-escalation in merito al programma missilistico della Corea del Nord”.

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