Dylann Roof, sostenitore della “supremazia della razza bianca” e autore del massacro di Charleston, è stato condannato a morte per l’uccisione a sfondo razziale di nove afroamericani in una chiesa in South Carolina nel 2015. Si tratta della prima condanna a morte per crimini d’odio emessa da un tribunale degli Stati Uniti.
L’uomo era stato già condannato il mese scorso con 33 accuse federali, tra cui crimini d’odio.
Davanti ai giudici ha detto: “Sentivo che dovevo farlo, e ancora adesso sento che ho dovuto farlo”.
I giudici sono rimasti quasi tre ore in camera di consiglio prima di emettere il loro verdetto.
Il massacro aveva scosso la nazione e riacceso il dibattito sulle discriminazioni razziali.
Roof aveva detto alla polizia che voleva scatenare una guerra razziale ed era stato fotografato con in mano la Bandiera degli Stati Confederati d’America, considerata da molti un simbolo di odio razziale.
Decine di amici e parenti delle vittime della sparatoria di Charleston hannno testimoniato al processo contro Roof ma nessuno di loro si era appellato alla giuria per chiederne la condanna a morte.
La sera del 17 giugno 2015, Roof entrò in una chiesa metodista di Charleston, la Emanuel African Methodist Episcopal Church, mentre i fedeli ascoltavano la lettura della Bibbia, rimase seduto per 45 minuti, poi iniziò a sparare con una Glock calibro 45.