Negli Stati Uniti la corsa alla Casa Bianca si accende ogni giorno di più e, viste le premesse di oggi, nei mesi che separano gli americani dal voto di novembre assisteremo a una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi fra i due candidati: Donald Trump e Hillary Clinton.
Nonostante, va specificato, Hillary Clinton non abbia ancora raggiunto il numero sufficiente di delegati per ottenere la nomination.
Eppure con le primarie in California del prossimo 7 giugno e soltanto 70 delegati che separano la ex Segretaria di Stato dal “Magic number”, la questione sembra essere diventata soltanto una formalità.
Intanto nel pomeriggio del 2 di giugno è arrivato l’appoggio, in maniera ufficiale, da parte di Paul Ryan, portavoce della Camera per i Repubblicani, a Donald Trump. Lo speaker repubblicano ha dichiarato che sosterrà il businessman nella sua corsa alle presidenziali.
I due avevano discusso per tutto il mese di maggio e i vari incontri avevano già portato a un’intesa di massima fra Trump e il partito, ma il riconoscimento ufficiale da parte della figura più importante dei Repubblicani dimostra come il Partito Repubblicano si sia infine convinto ad appoggiare Trump, nonostante i diversi malumori interni delle frange più conservatrici siano ancora attuali.
Solo la convention repubblicana di luglio a Cleveland potrebbe riservare qualche sorpresa, nonostante anche i più cauti esperti di politica abbiano ormai costatato come non esista più nessuna opposizione alla nomination di Trump.
Impossibile stabilire adesso chi la spunterà fra i due contendenti, eppure Hillary Clinton ha iniziato già ad affilare le proprie armi in vista dell’imminente scontro con il suo rivale Donald Trump.
Infatti, la candidata democratica, durante un comizio a San Diego riguardante la politica estera, ha attaccato pubblicamente e apertamente il frontrunner dei Repubblicani, definendo una possibile vittoria di Trump come un errore di dimensione storiche. “Totalmente inadeguato a diventare presidente”, secondo la candidata.
Clinton ha dichiarato: “ Le idee di Trump non sono semplicemente differenti, sono pericolosamente incoerenti”. La candidata democratica ha etichettato le posizioni politiche di Trump come un’accozzaglia di bizzarre invettive, faide personali e assolute menzogne.
Ma le accuse più pesanti della Clinton sono arrivate quando ha parlato della politica estera di Trump: “Non è difficile immaginare come Donald Trump possa facilmente condurre il nostro paese a una guerra, semplicemente perché qualcuno non gli va a genio”.
Nel comizio di San Diego, in California, la Clinton ha attaccato sotto tutti i fronti possibili la figura di Trump, dall’economia all’educazione, soffermandosi in particolare sulla “sua proposta di espellere un’intera religione dal nostro paese”, con chiaro riferimento alle idee di Trump riguardo i musulmani negli Stati Uniti.
“Ora immaginatevi Donald Trump seduto nella stanza dei bottoni, compiendo decisioni di vitale importanza per gli Stati Uniti. Immaginatevelo mentre decide se mandare i nostri familiari in battaglia, immaginatevi se egli non avesse soltanto il suo account Twitter a disposizione quando è arrabbiato, ma l’intero arsenale americano. Volete veramente che una persona del genere compia certe scelte, una persona facilmente irritabile e pronta a scagliarsi ferocemente contro ogni minima critica? Volete veramente che il suo dito sia vicino al bottone di una testata nucleare?”, ha affermato Clinton.
La risposta di Trump non si è fatta attendere su Twitter: “La corrotta Hilary non ha più alcuna credibilità – troppi i suoi fallimenti quando era segretario. Le persone non tollereranno altri quattro anni d’incompetenza”.
Mentre si preannuncia una feroce battaglia fra i due candidati, il presidente Barack Obama esprime la sua opinione su Donald Trump, senza però prendere nessuna posizione di sostegno nei confronti della candidata del suo partito.
Intervenuto mercoledì 1 giugno a Elkhart, nello stato dell’Indiana, ha parlato di Trump, nonostante non ne abbia citato il nome direttamente, riferendosi a lui come “il candidato repubblicano”.
Nel suo discorso Obama ha definito “fuori di testa” le proposte di Trump, etichettando come una totale fantasia l’idea del candidato repubblicano di deportare gli 11 milioni di immigrati senza documenti.
In particolare, visto che l’intervento del presidente era incentrato sull’economia americana, ha dichiarato che Donald Trump non può sovvertire le regole di Wall Street e che non esiste nessuna “bacchetta magica” che possa far crescere l’economia americana.
Obama non si è sbilanciato in nessuna presa di posizione netta, ma il discorso di Elkhart ha decretato ufficialmente l’entrata del presidente americano all’interno di queste infuocate elezioni presidenziali 2016.