La scorsa estate il governo degli Stati Uniti aveva annunciato di voler inserire nelle procedure di autorizzazione dell’ingresso nel paese agli stranieri il controllo dei profili social.
Il fine ultimo di questa iniziativa è quello di identificare potenziali minacce terroristiche attraverso un controllo dei legami del richiedenti con eventuali network estremisti.
Il programma di monitoraggio dei social media da parte del dipartimento statunitense Customs and Border Protection è stato avviato la settimana scorsa e richiede agli stranieri che fanno domanda online attraverso l’Electronic System for Travel Authorization (Esta) di indicare la propria presenza sulle piattaforme social e i propri nomi utente.
Anche se l’agenzia ha assicurato già dalla presentazione del piano che non fornire tali dettagli non comporta automaticamente il respingimento della domanda d’ingresso, gli attivisti per il diritto alla privacy protestano e sostengono che non esistono linee guida per il trattamento delle informazioni ottenute e l’eventuale condivisione con altri enti.
Anche l’Internet Association, che rappresenta diverse società del settore inclusi Google, Facebook e Twitter, ha avvertito che il programma minaccia la libertà d’espressione.
Il governo americano riceve e approva circa 10 milioni di domande di visto l’anno e nel 2015 sono stati 77,5 milioni gli stranieri che sono entrati nel paese.