Dopo gli attentati di Pasqua che hanno causato più di 300 vittime tra turisti e fedeli, il cardinale Malcom Ranjith, capo della diocesi, ha fatto sapere che i riti religiosi sono stato sospesi per il secondo fine settimana consecutivo nello Sri Lanka.
La notizia è stata data dal portavoce del cardinale, Edmund Tillakaratne, che ha sottolineato come la decisione di non celebrare le messe domenica 5 maggio è stata presa dopo gli ultimi rapporti della sicurezza.
Nel paese infatti resta alta l’allerta e il Governo teme che ci possano essere nuovi attentati contro i luoghi di culto dello Sri Lanka.
La scorsa settimana il card. Ranjith aveva tenuto una omelia davanti al clero e alle autorità politiche trasmessa in televisione dalla sua residenza, avendo deciso anche in quel caso di non aprire le porta delle chiese ai fedeli.
I timori per la sicurezza non sono diretti sono verso i fedeli cattolici, ma anche verso quelli musulmani, invitati dalle autorità ad evitare la preghiera del Venerdì.
Nonostante gli avvertimenti, i leader musulmani dello Sri Lanka hanno incoraggiato i fedeli a tornare nelle moschee per la preghiera del Venerdì dopo aver chiesto al governo un rafforzamento delle misure di sicurezza.
Gli attentati – La domenica di Pasqua otto diverse esplosioni hanno colpito chiese e hotel di lusso della capitale dello Sri Lanka, Colombo.
Nelle esplosioni sono morte più di 300 persone e il bilancio ha continuato ad aumentare con il passare dei giorni.
Inizialmente i sospetti si erano diretti contro il National Thowheed Jamath (Ntj), un’associazione radicale musulmana poco nota e che sarebbe appunto l’ideatore degli attacchi.
Secondo gli inquirenti tuttavia difficilmente il gruppo aveva agito da solo. Il giorno dopo degli attentati infatti l’Isis ha rivendicato gli attentati.
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