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    Sri Lanka, il premier si dimette per mettere fine alla crisi di governo

    Credit: Getty Images

    Rajapaksa si è dimesso per mettere fine a una lunga crisi politica nata dopo la sua nomina e per permettere al presidente di formare un nuovo governo

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 15 Dic. 2018 alle 20:48 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 16:13

    Il primo ministro dello Sri Lanka Mahinda Rajapaksa si è dimesso per mettere fine a una lunga crisi politica nata dopo la sua nomina e per permettere al presidente di formare un nuovo governo.

    Mahinda Rajapaksa ha firmato la sua lettera di dimissioni alla presenza dei media, affiancato dai deputati del suo partito, oltre che da buddisti e altri leader religiosi.

    “Dal momento che non ho nessuna intenzione di restare in carica come primo ministro senza che ci siamo prima delle elezioni generali, e al fine di non ostacolare il presidente, rassegno le dimissioni per permettere al presidente a formare un nuovo governo “, ha affermato Rajapaksa.

    Lakshman Yapa Abeywardena, un deputato vicino a Rajapaksa, ha spiegato ai giornalisti che il primo ministro ha deciso di dimettersi per porre fine una crisi ha iniziata ad ottobre, quando il presidente Sirisena ha cercato di sostituire l’ex premier Ranil Wickremesinghe.

    Sirisena ha poi nominato Rajapaksa come suo nuovo primo ministro, ma il Parlamento ha respinto la nomina due volte, dichiarandola incostituzionale.

    La crisi politica – Il 27 ottobre 2018 il presidente Maithripala Sirisena ha rimosso dalla carica di primo ministro Ranil Wickremesinghe e ha nominato al suo posto Mahinda Rajapaksa, già premier dal 2004 al 2005 e presidente dal 2005 al 2015.

    In realtà il presidente, a seguito della riforma della Costituzione, deve avere il consenso del Parlamento per rimuovere il premier e nominarne uno nuovo, motivo per cui Wickremesinghe si è opposto alla decisione di Sirisena, mantenendo la sua carica.

    Il premier “uscente” inoltre può contare sulla maggioranza in Parlamento, che infatti ha per due volte rifiutato di sostenere la decisione del presidente.

    Nonostante la crisi politica, la vita dei cittadini prosegue normalmente grazie all’efficenza della burocrazia.

    Gli uffici infatti continua a svolgere il proprio lavoro nonostante le minacce di Wickremesinghe, che ha chiesto ai funzionari a lui vicini di disobbedire agli ordini del governo.

    Tuttavia, l’assenza di un governo riconosciuto ha ritardato la stesura del Bilancio per il 2019.

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