La pena di morte per Noura Hussein Hammad, la ragazza sudanese data in sposa quando aveva 13 anni a un cugino che la violentava e che lei ha ucciso, è stata commutata con una pena a 5 anni di carcere e con una pena pecuniaria.
I cinque anni di carcere saranno contati dalla data di ingresso in carcere, il 3 maggio 2017. La pena pecuniaria è pari a 337.500 sterline sudanesi (poco più di 16mila euro).
Il 24 maggio il tribunale penale di Omdurman, in Sudan, aveva confermato la condanna a morte per Noura, che ha 19 anni ed è in in prigione da quasi due, costretta a un matrimonio combinato e accusata per essersi difesa dal marito che voleva stuprarla.
TPI ha raccontato la storia di Noura intervistando gli attivisti che si stanno occupando del suo caso.
A 13 anni, contro la sua volontà, la ragazza è stata data in sposa per un matrimonio combinato con un suo cugino di secondo grado.
Nonostante il suo rifiuto, il matrimonio religioso viene celebrato, Noura fugge e trova protezione a casa di alcuni parenti a Sinnar. Dopo due anni vissuti lontano dalla famiglia, Noura decide di tornare a casa.
A 15 anni Noura e il marito celebrano anche il matrimonio legale: ora Noura può consumare il matrimonio, secondo la legge del Sudan.
Ma la ragazza non vuole, i due sposi vanno in luna di miele a Khartoum, dove, dopo giorni di rifiuto, Noura viene violentata dal marito che la costringe a fare sesso in presenza di altri parenti.
Il giorno successivo, il 3 maggio 2017, il marito cerca nuovamente di violentarla, ma Noura reagisce e lo accoltella, ferendolo a morte.
Noura torna nuovamente dalla famiglia, sperando di essere aiutata, ma il padre la consegna alla polizia.
Il 19 aprile 2018, Noura viene incriminata e condannata a morte tramite impiccagione.
Leggi l'articolo originale su TPI.it