Due scienziati della Stanford University hanno voluto dimostrare attraverso una loro ricerca quanto sia facile ottenere informazioni
private sui cittadini solo a partire da alcuni “metadati” presenti sui loro
cellulari, come il registro delle chiamate e dei messaggi.
I ricercatori avevano accesso a dati anonimi sulle chiamate
e gli sms di alcune persone, ma non al contenuto delle comunicazioni, e
nonostante questo sono riusciti a scoprire i nomi delle persone “sorvegliate”, la
loro residenza e i nomi dei loro partner.
Inoltre, sono riusciti a ottenere informazioni
potenzialmente sensibili, come una gravidanza, il possesso di un’arma da fuoco
da parte di un uomo, o il fatto che a un altro fosse stato diagnosticato un
battito cardiaco irregolare.
Patrick Mutchler, uno dei due ricercatori esperti di sicurezza
informatica a Stanford, ha dichiarato che mentre il potere dei metadati è stato
compreso dagli addetti alla raccolta delle informazioni, il pubblico è ancora
in gran parte ignorante al riguardo, perché sono ancora pochissimi gli studi
pubblicati sul tema.
Per la loro ricerca, i ricercatori hanno coinvolto 823 persone che
hanno accettato di avere i propri metadati raccolti dai loro telefoni
attraverso una app Android, per un totale di più di 250mila chiamate e 1,2
milioni di messaggi analizzati.
Scrivendo sulla rivista della National Academy of Sciences,
Mutchler descrive come lui e il collega Jonathan Mayer abbiano identificato l’82
per cento dei nomi delle persone e il 57 per cento delle città in cui vivevano.
Hanno poi controllato le chiamate effettuate verso e da un elenco di
organizzazioni, tra cui ospedali, farmacie, gruppi religiosi, servizi legali, rivenditori
di armi da fuoco.
“Tutto questo dovrebbe dare l’idea di ciò che è stato possibile
per due semplici ricercatori con risorse limitate. I programmi di sorveglianza dei
metadati su larga scala, come quello della NSA (la National Security Agency, ovvero i servizi segreti per la sicurezza nazionale) sono in grado di accedere a
informazioni altamente confidenziali sui cittadini comuni”.