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    “La Spagna ha appoggiato segretamente l’Arabia Saudita nella guerra in Yemen”

    Credit: AFP

    Il governo spagnolo nel 2015 ha firmato un contratto per la vendita di 400 bombe al laser e il nuovo esecutivo ha rinnovato l'accordo per evitare ripercussioni economiche e politiche in patria

    Di Futura D'Aprile
    Pubblicato il 26 Set. 2018 alle 13:46 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:24

    La Spagna ha appoggiato in segreto la guerra in Yemen con la vendita di 400 bombe all’Arabia Saudita. Questa è l’accusa  lanciata dalle pagine del quotidiano spagnolo El Pais contro il governo del PP prima e del Psoe dopo.

    Come se questa accusa non fosse già abbastanza pesante, il giornalista spiega che l’accordo penalizza la Spagna non solo a livello di immagine, ma anche economico.

    Le 400 bombe sono state acquistate dall’Arabia per 9,2 milioni, ma il governo spagnolo dovrà ricomprarle ad un prezzo probabilmente più alto dato che erano parte dell’arsenale dell’Areonautica di Madrid.

    L’esecutivo socialista guidato da Sanchez aveva cercato di annullare la commessa, ma si è visto costretto a fare marcia indietro quando il governo saudita ha minacciato di recidere il contratto per la costruzione di una nave da guerra del valore di 2,2 miliardi di dollari.

    Una perdita troppo grande per un esecutivo insediatosi dopo aver fatto cadere il governo del Partito popolare con un voto di sfiducia e che non può permettersi di perdere ancora consensi in Andalusia, regione in cui si trovano i più importanti cantieri navali spagnoli e in cui Podemos continua ad avanzare.

    La vendita di 400 bombe al laser, tuttavia, non è stata una scelta economica, quanto politica. Una strategia per fornire aiuto logistico alla coalizione che opera in Yemen.

    “È stata una decisione politica con cui la Spagna ha mostrato il suo sostegno alla coalizione guidata dall’Arabia Saudita che è intervenuta nella guerra in Yemen “, ha dichiarato a El Pais una fonte informata del governo del Pp.

    Le armi che la Spagna ha venduto all’Arabia infatti non sono prodotte localmente, ma sono state acquistate da Madrid dagli Stati Uniti, uno dei paesi occidentali che già sostengono Riad.

    Perché allora rinunciare a una parte dell’arsenale a disposizione della propria areonautica? E perché cercare di rendere il meno nota possibile la commessa?

    La Spagna infatti non appoggia apertamente la coalizione formata da Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Qatar e sostenuta da Londra e Washington.

    “Tutti sapevano da che parte eravamo, ma dovevamo nuotare tra due acque. Volevamo mantenere buoni rapporti con Riad, senza far indispettire Teheran “, ha affermato l’ex-responsabile diplomatico a El Pais.

    Quando la Lega Araba approvò la creazione di una coalizione internazionale per lo Yemen, il ministero degli Esteri spagnolo lo definì “un passo molto significativo a sostegno della legittimità istituzionale del paese”, evidenziando “il ruolo guida dell’Arabia Saudita […] un amico con cui la Spagna mantiene legami molto stretti e fraterni “.

    Nel 2015, quando fu firmato il contratto di vendita delle bombe ed ebbe inizio la guerra in Yemen, si credeva che la campagna militare sarebbe durata poco, ma a 3 anni di distanza 10mila persone hanno perso la vita e nel paese è in corso una crisi umanitaria di proporzioni enormi.

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