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    La svolta sui migranti della Spagna: via il filo spinato al confine con il Marocco

    Il nuovo ministro dell'Interno, Fernando Grande-Marlaska, vuole "controllare le frontiere con misure meno invasive"

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 15 Giu. 2018 alle 12:05 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 20:41

    Il nuovo ministro dell’Interno spagnolo, Fernando Grande-Marlaska, ha annunciato che intende rimuovere il filo spinato che sormonta i muri al confine con il Marocco, nelle enclave spagnole di Ceuta e Melilla.

    “Farò di tutto perché il filo spinato possa essere rimosso”, ha dichiarato il ministro in una intervista alla radio spagnola Onda Cero. “È una delle mie priorità principali”, ha sottolineato.

    Le barriere di Ceuta e Melilla sono state duramente criticate in questi anni perché nel tentativo di attraversarle sono morti o rimasti feriti diversi migranti provenienti dall’Africa.

    Ceuta e Melilla sono due città autonome spagnole situate sulla costa del Marocco.

    In entrambe le località la frontiera è segnata da due muri paralleli alti circa tre metri, sormontati da filo spinato e vigilati dalle autorità dei due paesi. A Ceuta è lunga 8 chilometri, a Melilla 12.

    Le barriere sono state costruite alla fine degli anni Novanta con fondi della Comunità europea.

    I governi spagnoli che si sono succeduti, in particolare quello del socialista Zapatero nel 2005 e quello del popolare Rajoy nel 2013, hanno rafforzato il presidio per far fronte a un’intensificazione della spinta migratoria in arrivo dall’Africa.

    Il nuovo esecutivo, guidato dal socialista Pedro Sanchez, sembra però voler imprimere una svolta alla politica sull’immigrazione.

    Dopo essersi dichiarato disponibile ad accogliere i migranti trasportati dalla nave Aquarius, rifiutata da Italia e Malta, il governo ha fatto sapere di voler rimuovere il filo spinato lungo le barriere di Ceuta e Melilla.

    “I nostri obiettivi devono essere sempre coerenti con la difesa dei diritti umani”, ha affermato il ministro Grande-Marlaska, rimarcando che “lo sviluppo delle normative sull’immigrazione deve essere fatto da una prospettiva europea nella gestione strategica delle frontiere”.

    Grande-Marlaska sostiene la necessità di combinare “sicurezza e umanità” e di un “controllo delle frontiere con mezzi non cruenti, una gestione sempre conforme al trattamento umanitario in materia di diritti d’asilo per chi arriva nel nostro paese in fuga da situazioni devastanti o con l’illusione avere un’opportunità”.

    Secondo la Croce Rossa spagnola, dall’inizio di quest’anno 25 migranti sono stati curati per tagli causati dal filo spinato e 10 hanno dovuto ricorrere a cure ospedaliere.

    Al 31 maggio scorso sono circa 2mila i migranti entrati illegalmente a Melilla e 411 quelli che si sono introdotti a Ceuta, secondo i dati del Ministero dell’Interno spagnolo.

    “Per me è necessario avere una seria politica nel controllo delle frontiere e dei flussi migratori, ma sono convinto che si possa garantire la stessa sicurezza alle frontiere con mezzi meno invasivi”, ha detto Grande-Marlaska.

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