Il premier socialista Pedro Sanchez ha annunciato che il 28 di aprile 2019 si terranno le elezioni anticipate nel corso di una conferenza stampa nel palazzo de La Moncloa di Madrid.
La decisione è arrivata dopo la bocciatura da parte del Parlamento della legge di Bilancio proposta dall’esecutivo del Psoe. A votare contro sono stati i 191 i deputati dell’opposizione conservatrice e dei partiti regionali catalani, mentre i voti a favore sono stati 158, su un totale di 350 parlamentari.
I membri di Podemos e i nazionalisti baschi del PNV avevano cercato di convincere gli indipendentisti catalani a votare a favore della legge di Bilancio per evitare una crisi di governo, ma non hanno ottenuto i risultati sperati.
Pedro Sanchez era diventato premier della Spagna a seguito del voto di sfiducia presentato e vinto dal suo partito nel giugno del 2018. Il suo predecessore, Mariano Rajoy, e il Partito Popolare sono accusati di aver mantenuto una contabilità segreta per anni e di aver utilizzato milioni di euro di origine illecita.
Clima politico in Spagna – Il clima politico in Spagna si è fatto sempre più teso nelle ultime settimane dopo la rottura tra il premier e gli indipendentisti catalani.
Sanchez aveva proposto di riaprire il dialogo sulla Catalogna, nominando un intermediario per i colloqui con i separatisti, ma questi ultimi hanno rifiutato l’offerta di Madrid e chiesto un nuovo referendum. Gli indipendentisti catalani hanno anche votato contro la legge di bilancio del governo Sanchez il 13 febbraio.
L’apertura verso il governo autonomo di Barcellona ha scatenato contro il governo socialista anche i partiti di destra e centrodestra (Partito popolare, Ciudadanos e Vox) che il 10 febbraio hanno organizzato una manifestazione a piazza Colon a Madrid per chiedere presto nuove elezioni.
Il leader del Partito popolare, Pablo Casado, ha accusato il premier Sanchez di essersi arreso agli indipendentisti e ha affermato che “il suo tempo è ormai finito”