A poche ore dal responso dell’Agenzia europeo del farmaco (Ema) sul vaccino Oxford AstraZeneca, il Telegraph fa scoppiare la bomba, riportando fonti diplomatiche di Bruxelles: i vaccini AstraZeneca destinati (e pagati) dall’Unione europea potrebbero essere finiti nel Regno Unito. Il sospetto, fanno sapere le fonti, è che la casa farmaceutica britannico-svedese abbia dirottato sul Regno Unito le forniture di vaccini destinate all’Unione europea perché il governo britannico ha pagato di più ed approvato prima il farmaco.
Oggi la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenendo al World Economic Forum di Davos, ha ricordato che “le aziende devono rispettare i loro obblighi e per questo creeremo un meccanismo di trasparenza delle esportazioni di vaccini”.
La Ue, che ha negoziato a nome degli stati membri, lo scorso agosto ha concluso con Astrazeneca un accordo per una fornitura fino a 400 milioni di dosi del vaccino. Secondo quanto emerso negli ultimi giorni, le consegne potrebbero essere ridotte del 60 per cento nel primo trimestre di quest’anno, un calo di 31 milioni di dosi.
“Ci sono persone a Bruxelles che ritengono che i vaccini che originariamente avrebbero dovuto costituire le scorte Ue e avrebbero dovuto essere consegnati alla Ue, dopo l’autorizzazione alla commercializzazione, siano in realtà finiti in Gran Bretagna”, spiegano le fonti diplomatiche europee al Telegraph. “Finché AstraZeneca non fornirà una spiegazione su dove siano finite le dosi, sarà difficile mettere fine a questi sospetti”, ha aggiunto la fonte.
L’ok di Ema ad AstraZeneca
Marco Cavaleri, responsabile vaccini dell’Ema, in una intervista a Il Messaggero, spiega che il via libera al composto potrebbe arrivare già domani, mercoledì 27 gennaio, anche se la data fissata del 29 resta quella più probabile. “Non ci saranno distinzioni di età” per l’uso del prodotto, “anche se poi saranno le singole autorità sanitarie degli Stati, se lo riterranno opportuno, a decidere per quali fasce di popolazione utilizzare quel vaccino”. Eppure lo scorso ottobre la stessa società aveva comunicato ufficialmente che negli anziani era stata rilevata “una robusta risposta immunitaria”. “Sebbene i dati sugli anziani non siano abbastanza, si ritiene che comunque anche per loro ci sia un buon rapporto rischi-benefici. Chiariremo però certamente nel sommario del prodotto che ci sono poche informazioni, che l’efficacia non è stata stabilita propriamente per la popolazione più anziana. Ma è possibile estrapolarla grazie a ciò che vediamo negli adulti”.
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