Tre sorelle si uccidono per scampare alle torture dei mariti violenti
Hanno preferito uccidersi piuttosto che continuare a subire le torture dei mariti violenti: è quanto accaduto in India, nello Stato del Rajasthan, a tre sorelle 20enni, le quali si sono suicidate insieme ai rispettivi figli.
“Meglio morire davvero, che sopportare torture quotidiane”: è questo il drammatico messaggio inviato su Whatsapp da una delle tre vittime prima di uccidersi. “Ce ne andiamo, così tutti saranno felici. La ragione della nostra scelta sono i nostri parenti acquisiti” ha scritto ancora la donna.
Le sorelle, di 27, 23 e 20 anni, figlie di genitori indigenti, erano state date come mogli ad altrettanti fratelli appartenenti a una famiglia benestante di proprietari terrieri.
La più grande, che si era sposata per prima, aveva cercato di tornare a casa dei genitori, implorando il padre di non dare in sposa le sue sorelle ai suoi due cognati. Le tre, infatti, venivano picchiate oltre che dai rispettivi mariti, anche dai familiari degli uomini.
Cinque anni fa, proprio la sorella maggiore era finita in ospedale con gravi ferite, motivo per cui aveva denunciato il marito. Rientrata a casa, però, le violenze erano addirittura aumentate. Le tre sorelle, quindi, hanno visto nella morte l’unica via d’uscita per scampare ai soprusi e alle violenze dei mariti, scegliendo di coinvolgere anche i loro figli.
La più grande, infatti, si è gettata in un pozzo insieme al suo bambino di quattro anni e a un neonato di tre settimane, mentre le altre due erano entrambe incinta. Dopo la loro morte, i mariti e tutti i componenti della loro famiglia sono stati arrestati.