Sopravvivere alle tempeste dei mercati
Sandy, la tempesta che ha terrorizzato New York e dintorni, è ormai storia, anche se ha lasciato sulla sua strada tracce di distruzione. Mentre le comunità attorno alla città e nel New Jersey hanno dovuto affrontare mancanza di energia elettrica, carenza di gas e problemi coi trasporti, ho pensato alla lezione che ho imparato da quest’esperienza difficile e al modo in cui applicarla nei mercati, che negli ultimi cinque anni sono stati colpiti da molte tempeste.
1 . La prima volta è un incidente, la seconda sfortuna, alla terza diventa una regola: da quando vivo negli Stati Uniti, la mancanza di corrente non è solo un evento inusuale, ma quando capita dura al massimo poche ore. Comunque, nel 2011 abbiamo perso la corrente un paio di volte, dopo l’uragano Irene e dopo una tempesta di ghiaccio; quest’anno siamo stati senza energia elettrica per una settimana. È sicuramente possibile attribuire questi eventi al caso, ma è anche possibile che il sistema meteorologico stia cambiando e che gli ultimi due anni possano diventare una regola per il futuro. Per quello che riguarda i mercati, gli ultimi cinque anni sono stati caratterizzati da macro eventi inusuali, (crisi bancaria, Grecia, Spagna, etc.), ma li definiamo così solo perché li abbiamo letti in ottica della storia recente (i precedenti sei decenni). È possibile (e probabile) che queste macro crisi non siano un evento isolato, ma una parte integrante dei mercati del futuro, e che gli investimenti e i sistemi di gestione del rischio debbano essere adattati di conseguenza.
2 . La storia non sempre ci indica la via: quando c’è un avvenimento distruttivo (e una tempesta lo è), fa parte della natura umana usare le esperienza passate per prevedere quello che accadrà, anche se le circostanze non sono le stesse. I miei vicini mi dissero che il servizio ferroviario aveva ricominciato a funzionare un paio di giorni dopo la tempesta dell’anno precedente e dopo gli attacchi dell’11 settembre, e allo stesso modo si sarebbe nuovamente rimesso in moto subito dopo questa tempesta. Nei mercati finanziari gli investitori hanno usato il sostegno dei dati storici (valore d’acquisto, rischi d’investimento) per valutare quando e dove investire negli ultimi cinque anni. In entrambi i casi, le previsioni hanno dato scarsi risultati.
3 . La disinformazione riempie il vuoto di notizie: nel periodo immediatamente successivo alla tempesta, si è verificato un vuoto d’informazione dove le compagnie elettriche e di trasporto non hanno saputo aiutare i loro clienti e le voci di corridoio hanno colmato il divario. Nelle macro crisi degli ultimi cinque anni, abbiamo visto lo stesso fenomeno applicato nei mercati, dove le voci di accordi fatti e non fatti hanno mosso l’economia in modo sostanziale.
4 . È bene avere un sistema di back-up: circa 15 mesi fa, nessuna casa del mio vicinato aveva un generatore automatico di corrente, i costi di installazione sembravano essere maggiori dei potenziali vantaggi. Dopo questa tempesta non sarei sorpreso di sentire in almeno un terzo delle case i generatori azionarsi quando la corrente salta. Il problema è che anche questi meccanismi dipendono da forme di energia (gas naturale o benzina) e in loro assenza potrebbero non funzionare. La gestione del rischio ha fatto ideare un sistema di back-up anche nei mercati, che ha il compito di proteggere i manager dalla crisi in corso. Ma questi sistemi potrebbero rompersi e diventare inutili con la prossima crisi.
5 . È meglio costruire sistemi resistenti: una delle ragioni per cui certi luoghi dell’East Coast sono stati colpiti duramente dalle tempeste, è che non erano pronti ad affrontarle. In particolare le case con un grande consumo di energia, le centrali elettriche vicine a fiumi o all’oceano e le linee dell’alta tensione sono bersagli facili per eventi come Sandy. Se queste tempeste fossero una cosa abituale, dovremmo pensare a costruire delle case che siano vivibili senza energia elettrica (le case vecchie avevano soffitti più bassi e il camino per un motivo) e un sistema energetico più resistente. Nel mercato dobbiamo pensare a un modo simile in cui investire i nostri soldi, che abbia una locazione dinamica (che rifletta i costanti cambiamenti ambientali) e un processo di selezione dei pacchetti che dipenda sempre meno da situazioni viste come invariabili, ma che sia flessibile.
Più in generale, di fronte a un possibile aumento di scosse, direi che avremmo bisogno di:
a) Un sistema più semplice: negli ultimi decenni, cullati dalla crescita tecnologica e dalla possibilità di accesso a enormi banche dati, abbiamo costruito sistemi sempre più complessi (sia nella vita di tutti i giorni che negli investimenti) che dipendono tra loro. Quando un evento mette fuori gioco la tecnologia, i sistemi che sopravvivono e ci permettono di andare avanti sono quelli più elementari. Sono contento che la mia strategia di investimento sia basata su una mia valutazione intrinseca delle azioni e che posso dare un valore a una compagnia con un semplice report annuale e con una calcolatrice (anche solo un abaco), significa che non dipendo dai computer. Sono ancora più felice di poter stare due settimane senza dover controllare ossessivamente il mio portafoglio e i miei investimenti senza temere un tracollo.
b) Decentralizzare i sistemi: il sistema ‘hub and spoke’, un modello di sviluppo della rete delle compagnie aeree costituito da uno scalo dove si concentrano la maggior parte dei voli , ha sicuramente i suoi vantaggi, il primo legato all’efficienza, almeno in tempi normali. Il problema di questi sistemi è che quando qualcosa non va in quello centrale crolla l’intero apparato: come è successo ai passeggeri della Delta e della United, (che hanno il loro centro rispettivamente a La Guardia e Newark) che durante la tempesta sono rimasti tutti a terra a causa di problemi nei due aeroporti. Decentralizzare questi sistemi può richiedere un maggior impegno durante i periodi normali dell’anno, ma eviterebbe anche tracolli generali in situazioni di emergenza.
Sono contento che la tempesta sia passata, di poter scrivere questo post sul treno mentre torno dal lavoro. Allo stesso tempo penso che per me, come investitore, ci siano altre tempeste in arrivo: sia dall’economia americana che dall’esterno del Paese (il rallentamento dell’Asia e il futuro dell’Europa), e credo di dover diventare più agile nel muovermi all’interno delle tempeste.
Dal blog di Aswath Damodaran per The Post Internazionale
Traduzione di Samuele Maffizzoli