In un articolo pubblicato sulla rivista Personality and Social Psychology Bulletin, il team della professoressa
Megan L. Knowles, del Franklin & Marshall College, in Pennsylvania, Stati Uniti, ha indagato
sulle persone sole e sui motivi che le rendono isolate dal resto della società.
Come già scoperto da una ricerca del 2015, il dolore che la
solitudine non voluta può causare non è solo un problema psicologico, ma può
avere anche un impatto sulla salute fisica, tanto da aumentare il rischio di mortalità
del 26 per cento, una conseguenza paragonabile alle implicazioni dell’obesità per esempio.
Ma cos’è che fa sì che le persone rimangano sole, e che
spesso questa condizione le faccia entrare in una sorta di circolo vizioso
della solitudine?
In passato altre ricerche psicologiche avevano sostenuto che
le persone diventano socialmente isolate a causa delle loro scarse capacità
relazionali, ma secondo la nuova ricerca, le persone sole conoscono benissimo queste
capacità, ma quando hanno bisogno di metterle in pratica, si sentono totalmente
bloccate.
In un esperimento, Knowles e il suo team hanno testato le capacità
relazionali di 86 studenti, mostrando loro 24 facce sullo schermo di un
computer e chiedendo loro di definire l’emozione principale di ogni faccia: rabbia,
paura, felicità o tristezza.
Ad alcuni di questi studenti era stato detto che
si trattava di un esercizio puramente teorico, mentre ad altri è stato detto
che stavano testando le loro capacità relazionali, e che risultati negativi
avrebbero evidenziato una difficoltà nel formare e mantenere amicizie.
Prima di fare il test, tutti gli studenti hanno risposto ad
alcune domande per stabilire quanto si sentissero soli. Alla fine, gli studenti
più soli hanno avuto risultati peggiori degli altri solo nei casi in cui gli
era stato detto che si trattava di un test per misurare le proprie capacità
relazionali, mentre negli altri casi hanno perfino fatto meglio dei loro compagni “meno
soli”.
Le persone sole sarebbero quindi in grado di prestare
maggiore attenzione ai segnali emotivi, proprio a causa del loro desiderio di
integrarsi con gli altri. Il loro problema nell’approccio con il prossimo è
quindi più una questione di ansia da prestazione.
Voler fare una buona
impressione a tutti i costi in qualche contesto sociale può quindi risultare d’ostacolo
aumentando il rischio di non riuscire nel proprio intento, e far sì che le
proprie capacità relazionali non vengano messe a frutto.