La ragazza sociopatica affetta da nanismo che si spacciava per bambina è stata adottata da una nuova famiglia
Natalia Grace, la 19enne sociopatica affetta da nanismo abbandonata dai genitori adottivi in seguito alla scoperta della sua vera età, è stata adottata da una nuova famiglia.
La ragazza si spacciava per bambina di 6 anni, ma era un’adulta sociopatica che di anni ne aveva 19, motivo per cui i genitori adottivi l’avevano abbandonata, subito dopo aver cambiato la sua data di nascita all’anagrafe.
“Mia figlia era in realtà un’adulta sociopatica affetta da nanismo che voleva ucciderci tutti”, aveva dichiarato Kristine Barnett in tribunale per difendersi dall’accusa di abbandono di minore.
Secondo le forze dell’ordine, la bambina era stata abbandonata per 3 anni nonostante fosse affetta da una rara forma di nanismo e avesse problemi a camminare: i genitori l’avevano lasciata sola in un appartamento dell’Indiana, mentre loro si erano trasferiti in Canada, dopo essersi recati all’anagrafe per cambiare l’anno di nascita della ragazza: da 2003 a 1989.
Adesso Natalia ha trovato una nuova famiglia.
Antwon Mans, 36 anni, e sua moglie Cynthia, di 39 anni, sono i suoi nuovi genitori. Insieme ai cinque figli hanno dichiarato di essere al corrente della situazione di Natalia, ma di aver deciso di prenderla con sé dopo essere venuti a conoscenza della sua storia di abbandono. Avevano fatto domanda di adozione della piccola per la prima volta quando credevano fosse nata nel 1989, per poi ritirarla dopo aver scoperto del cambio di età all’anagrafe da parte della prima famiglia adottiva. Ora però hanno nuovamente cambiato idea. E non sembrano temere per la propria incolumità, forse perché non credono alla storia raccontata dalla prima madre.
Dopo aver abbandonato la figlia, Kristine Barnett aveva affermato più volte di essere stata lei la reale vittima della vicenda, e di essere rimasta terrorizzata dalla “misteriosa ciarlatana”, Natalia, che aveva minacciato loro di accoltellarli nel sonno, aveva spinto la donna contro un recinto elettrico e aveva versato candeggina nel suo caffè.
“Faceva disegni di come voleva ucciderci, arrotolarci in una coperta e lasciarci nel cortile”.
“Capitava che la trovassimo in piedi sopra di noi mentre dormivano nel mezzo della notte. Dovevamo nascondere tutti gli oggetti appuntiti”, aveva affermato ancora Kristine Bernett.
“L’ho vista versare prodotti chimici, candeggina, o Windex nel mio caffè e le ho chiesto, cosa stai facendo? Al che mi ha risposto, ‘Cerco di avvelenarti’”.
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