Il Parlamento unicamerale slovacco ha respinto il Global Compact: 90 deputati su 142 hanno detto no al patto Onu sui migranti, 31 invece i favorevoli e 15 gli astenuti.
La mozione approvata oggi sostiene che il Global Compact viola la sovranità del paese in materia di immigrazione ed è in contrasto con la politica sulla sicurezza messa in campo dal governo slovacco.
Quello del parlamento è un parere non vincolante, ma il primo ministro Peter Pellegrini, la scorsa settimana, aveva comunque espresso la sua contrarietà al Global Compact.
Il parere di Pellegrini è in contrasto con quello del ministro degli Esteri Miroslav Lajcak, che ha minacciato di dimettersi se la Slovacchia non prenderà parte alla conferenza intergovernativa di Marrakech del 10 e 11 dicembre, in cui dovrà essere approvato il documento.
Global Compact, il no dell’Italia
Mercoledì 28 novembre, l’Italia ha sospeso l’adesione al Global Compact sull’immigrazione, il patto firmato da oltre 190 Paesi il 19 settembre 2016 e ribattezzato “Dichiarazione di New York“.
Ad annunciare la sospensione dell’adesione dell’Italia è stato il premier Giuseppe Conte in una nota: “Il Global Migration Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini”.
Per questo, si legge, il governo ritiene “opportuno parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all’esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera”.
A Marrakech, quindi, “il Governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato”.
Global Compact, il no di Lega e Fratelli d’Italia
Il premier cede quindi alle polemiche della destra, in particolare di Fratelli d’Italia, e soprattutto alle pressioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha spiegato la linea del governo.
“Il governo italiano” ha spiegato Salvini “come hanno fatto gli svizzeri che il global compact lo hanno portato avanti fino a ieri e poi hanno detto fermi tutti, non firmerà alcunché e non andrà a Marrakech”.
Di adesione o meno al Global Compact, quindi, si discuterà in Parlamento: “Deve essere l’Aula a discuterne”.
Global Compact, la rabbia delle opposizioni
Immediata la reazione delle opposizioni. In prima fila il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio, che ha attacca la posizione di Salvini: “Non abbiamo come presidente del Consiglio Salvini, vi do una notizia, ma abbiamo un presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che all’Onu ha detto che firmeremo il Global compact e abbiamo un ministro degli esteri che insieme al presidente del Consiglio ha detto pubblicamente alle Nazioni Unite che firmeremo il Global compact”.
“Se il ministro Salvini non sa queste cose, approfondisca la sua competenza, che non è sugli Esteri, e poi non ci venga a fare la predicozza”. Poco dopo, la doccia fredda, con Conte che ha ceduto alle pressioni di Salvini.
Global Compact, l’Onu contro i Paesi che si stanno ritirando
L’inviata speciale delle Nazioni unite per le migrazioni internazionali, Louise Arbour, si è scagliata contro i Paesi che hanno deciso di ritirarsi dal Global Compact per le migrazioni sicure, ordinate e regolari defindendo la decisione un “rimorso del compratore”, visto che l’accordo non vincolante l’avevano inizialmente approvato.
Global Compact | I principi centrali
Principi centrali del Global Compact for Migration sono:
- la lotta alla xenofobia
- la lotta allo sfruttamento
- il contrasto del traffico di esseri umani
- il potenziamento dei sistemi di integrazione
- assistenza umanitaria
- programmi di sviluppo
- procedure di frontiera nel rispetto del diritto internazionale, a iniziare dalla Convenzione sui rifugiati del 1951
Global Compact | “Gli apporti positivi dei migranti”
Uno dei principi più invisi alle forze politiche di destra, a partire dagli Usa di Donald Trump, è quello che chiede “il riconoscimento e l’incoraggiamento degli apporti positivi dei migranti e dei rifugiati allo sviluppo sociale”. Il Patto prevede inoltre un maggiore sostegno ai Paesi e alle comunità che ospitano il maggior numero di rifugiati.
Global Compact | I Paesi contrari
Resistenze, però, soprattutto con i vari cambi di colore dei governi, sono arrivate da diversi Paesi che hanno firmato il documento nel 2016. Dagli Stati Uniti di Donald Trump ai cosiddetti Paesi del Gruppo di Visegrád (Polonia, Repubblia Ceca, Slovacchia, Ungheria). A questi si sono aggiunti Austria, Bulgaria, Svizzera e Polonia.
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